Di Daniela Giuffrida
“Non so che viso avesse, neppure come si chiamava. Con che voce parlasse, con quale voce poi cantava Quanti anni avesse visto allora, di che colore i suoi capelli. Ma nella fantasia ho l’immagine sua: gli eroi son tutti giovani e belli… “
Così cantava Francesco Guccini qualche anno fa ed io è così che ti immagino, caro F.C. 33 anni, insegnante di Rende, emigrato al nord per lavorare. Ti immagino come un “pazzo” che, incapace di fare del male ad altri, tenta di gridare in alto la sua protesta contro un mondo ingiusto, verso una umanità agonizzante che, incapace di provare pietà, non riesce a trovare il coraggio di reagire e preferisce nascondere le proprie fragilità dietro quelle altrui.
Tu hai reagito, hai detto la tua, nel modo più assurdo. Dicono di te che sei un pazzo ed io che i pazzi li ho conosciuti davvero, posso dirti che sì, sei stato un pazzo, perché non è così che si danno lezioni di vita agli altri. Gli altri, i saggi, quelli che sanno tutto, i santoni del saper vivere, quelli che vivono fuori dalla tua “follia”, ululano al vento che hai voluto protestare contro obblighi a cui non volevi sottostare, altri loro simili, rispondono in coro che coloro che lo dicono, vogliono solo strumentalizzare il tuo gesto per affermare un principio loro e non tuo; dicono che avevi tutte le carte “verdi” in regola e che pertanto non riescono a capire, non riescono a spiegarsi il perché del tuo gesto. Ma cosa c’è da capire? Sarebbe molto meglio “ascoltare”, il disagio, il malessere, il sentirsi fuori posto in un paese capace solo di imporre regole disumane fuori dalla portata mentale dei più fragili, dei ribelli, dei rivoluzionari, dei sognatori e di quegli illusi che immaginavano la loro vita diversa, più giusta e più bella.
La “tua verità”, amico mio, la conosci solo tu. Io che saggia non sono, che nulla so di te, preferisco farmi altre domande: perché uno che fino a qualche giorno fa insegnava, uno che certamente lo faceva al meglio della sua conoscenza e delle sue possibilità, perché ha pianificato un gesto così forte? Perché è tornato nella sua terra per realizzarlo? Perché uno così giovane e preparato ha deciso di essere così poco generoso con se stesso?
So che le mie domande non avranno mai risposte certe, che ogni spettatore del tuo dramma darà le sue risposte che a me non interessano, ciò che so è che certamente stai soffrendo molto, che anche i tuoi cari stanno soffrendo molto, ciò che spero è che tanta sofferenza trovi presto fine e che tu possa, molto presto, tornare a sorridere.
A tutti gli altri, a quanti morbosamente fanno girare sul web immagini di te che subisci il fuoco, immagini di te su un ambulanza o sopra una barella in ospedale, a quanti vivono e godono inconsciamente delle fragilità e degli “orrori” altrui, io dico VERGOGNATEVI!