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CATANIA − DECESSI SOSPETTI E VERSIONI DISCORDANTI

Immagine del redattore: Daniela GiuffridaDaniela Giuffrida

Aggiornamento: 19 giu 2024


Di Daniela Giuffrida

Dopo i due decessi sospetti, verificatisi nella provincia di Catania e seguiti alla somministrazione della prima dose del vaccino AstraZeneca, lotto ABV2856, anche un’insegnante 37enne di Gela alla quale è stato inoculato quel vaccino (sebbene di altro lotto) è ricoverata in gravi condizioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, per una emorragia cerebrale.

L’inchiesta del procuratore capo di Siracusa Sabrina Gambino è sfociata nell’iscrizione nel registro degli indagati di tutti coloro che han partecipato alla distribuzione e alla somministrazione del vaccino a Stefano Paternò, un militare della Marina Militare di 43 anni, stroncato da un infarto 12 ore dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca del lotto ABV2856.

Mentre la Procura di Siracusa ha disposto il sequestro del lotto e il Ministero della Salute starebbe inviando un ispezione per indagare su quanto accaduto al militare siciliano, la Procura di Catania ha trasferito a quella di Messina, l’inchiesta sulla morte di Davide Villa, un poliziotto dell’Anticrimine di Catania deceduto poche ore dopo il Paternò e sempre a seguito di somministrazione dello stesso lotto di quel vaccino. In questo caso la somministrazione è avvenuta dodici giorni prima del decesso, dodici giorni in cui le condizioni di salute del poliziotto erano andate sempre più peggiorando. Niente infarto questa volta, ma trombosi venosa profonda, diventata poi emorragia cerebrale.


E fin qui è “cronaca”.

Non importa sapere se il Ministro della Salute della Danimarca ha sospeso l’uso del vaccino AstraZeneca per due settimane nel suo paese a seguito della morte sospetta di una persona, avvenuta dopo la vaccinazione e che anche in questo caso si è trattato di coaguli e successiva trombosi; né che l’Austria abbia fatto lo stesso dopo che una donna è morta per trombosi multipla e un’altra donna ha sofferto di un’embolia polmonare.

Non importa sapere se AstraZeneca rifiuti categoricamente di attribuire queste complicanze al proprio vaccino né che Ema abbia comunicato che questi fatti non sono attribuibili al vaccino AstraZeneca. Ciò che importa sapere è che la prossima somministrazione di questo vaccino sta creando non poche preoccupazioni a coloro che, in Sicilia, dovranno presto sottoporvisi.

Lungi da chi scrive l’idea di voler fare terrorismo facile, o di voler sindacare su quanto dichiarato da Ema ed altri o di mettere in dubbio quanto riscontrato dalle due Procure siciliane, resta comunque il fatto che le perplessità sussistono anche fra coloro che si occupano di “servizi essenziali” come i Vigili del Fuoco di Catania.

Scrive Carmelo Barbagallo coordinatore regionale Usb Vigili del Fuoco Sicilia:

“Dopo le due morti improvvise e sospette in Sicilia, aumentano le perplessità su AstraZeneca: Usb vigili del fuoco Sicilia, già prima dell’inizio del vaccino, aveva molti dubbi sul vaccino “incriminato”.

«Se Il rischio esiste, come vigili del fuoco prima, e come comuni cittadini, vogliono certezze!»

Nelle settimane passate, come organizzazione sindacale, già avevamo espresso le nostre perplessità in merito alla somministrazione del vaccino AstraZeneca, ovviamente, non siamo noi gli esperti a dover dire o fare delle osservazioni sulla “sicurezza ed efficacia” dello stesso. Siamo certi ed anche sicuri, che nessuno vuole che questi abbiano degli effetti collaterali o, addirittura letali! Ma la realtà, ha dimostrato l’ipotesi più tragica!

Come vigili del fuoco, aderenti alla Usb, portiamo il nostro cordoglio ai due colleghi della PS e Marina che hanno perso la vita, quella Vita che con il vaccino avevano cercato di rendere più forte. Ricordiamo che siamo servizi essenziali per la nostra nazione e, non escludendo ovviamente nessuno, la tutela dovrebbe essere massima e certa!”.

*foto dal web

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