Di Daniela Giuffrida
“Le mie condoglianze unite a un mio pensiero per la perdita di due vostri colleghi. Sempre con tanta riconoscenza e profondo rispetto verso il corpo dei Vigili del fuoco. L.C. una cittadina”
Questo il contenuto di un messaggio scritto e consegnato da una anziana signora, in busta chiusa, al distaccamento dei VV.F. di Sesto S. Giovanni a Milano. “Sono queste le cose che ci ripagano e ci danno la forza di andare avanti”, ci racconta Antonio Retto, funzionario del Reparto Volo VVF di Catania, nonchè segreterio nazionale Confsal VVF.
Ma intanto, Marcello Tavormina, 38 anni, capo della squadra dei Vigili del Fuoco che sono stati coinvolti nell’esplosione della palazzina del centro storico di Catania, è indagato per disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Per la Procura di Catania, che sta indagando sulla dinamica dei fatti avvenuti, si tratta solo di un “atto dovuto“ sebbene Marcello Tavormina sia ancora ricoverato in un reparto dell’ ospedale Garibaldi di Catania – insieme al collega Giuseppe Cannavò – per le gravi ferite riportate durante quel tragico intervento operato dalla sua squadra.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Vincenzo Catalano, segretario regionale della Confsal (Confederazione generale dei Sindacati Autonomi dei Lavoratori)-Vigili del Fuoco e con lui abbiamo cercato di chiarire alcuni punti.
Com’è noto, sui fatti di giorno 20 ci sono indagini in corso da parte della Procura di Catania e, pertanto, non potrà dirci molto, vorremmo però lo stesso che ci raccontasse una sua sensazione: il vostro comunicato, rilasciato alla Adnkronos ci è sembrato piuttosto “tiepido”, anche nei confronti degli organi di stampa che vi hanno dato addosso mettendo in dubbio la vostra professionalità.
“Si, grande il dolore per la perdita di quelle vite umane ma altrettanto grande è stato il rammarico nel vedere con quanta leggerezza e superficialità sia stato “interpretato” e raccontato, dagli organi di stampa, quanto è successo: il messaggio che è passato è stato “distorto” probabilmente per troppa frettolosità. E’ sembrato che fossimo stati noi a provocare quei danni quando, invece, siamo stati le vittime: abbiamo pagato un tributo troppo alto per il nostro intervento. Giorgio Grammatico e Dario Ambiamonte erano due colleghi giovani e preparatissimi e non è lontanamente ipotizzabile che abbiano sottovalutato il rischio. Noi, comunque, restiamo silenti e in attesa della chiusura delle indagini della Procura.”.
Esistono delle procedure operative particolari per le fughe di gas?
“Si, esiste un protocollo “standard” che si utilizza nei casi come questo e che è volto a salvaguardare, per prima, la nostra incolumità mettendo noi in sicurezza, quindi ci prestiamo a raggiungere l’obiettivo mettendo in salvo le persone che andiamo a soccorrere: per questo il mezzo viene posto più lontano dal luogo dove avvengono i fatti.
L’altra sera era tutto predisposto per operare al meglio, qualcosa è andata storta ma la responsabilità non è certamente attribuibile ad una sbagliata valutazione da parte dei nostri ragazzi: sono certo che i miei colleghi abbiano adottato il protocollo, mettendo in pratica tutte le procedure operative previste.”.
La Procura di Catania ha indagato per disastro colposo e omicidio colposo plurimo Marcello Tavormina, si parla di “atto dovuto”.
“Si, l’atto è “dovuto” perchè il caposquadra è il responsabile delle operazioni di soccorso ma, adesso, la famiglia dovrà occuparsi non solo della salute del collega ma anche del problema giudiziario: noi non siamo coperti da assicurazione per questo tipo di incidenti e le spese legali saranno tutte a carico del collega. Adesso vedremo come organizzarci. Noi, come organizzazione sindacale abbiamo stipulato una polizza assicurativa che possa in qualche modo garantire una tutela.”.
Come stanno i suoi colleghi?
“Sono ancora entrambi ricoverati e, sembrerebbe, non più in pericolo di vita, anche se uno dei due è più grave dell’altro. Liborio Daidone invece, il Vigile che conduceva il mezzo, sta ancora facendo i conti con lo shock subito, supportato dagli psicologi. Anche per lui si è trattato di una prova tremenda: vedere morire così i propri amici, oltre che colleghi di lavoro…”.
Le indagini dei periti nominati dalla Procura di Catania chiariranno certamente l’esatta dinamica dei fatti accaduti, si è ipotizzato un malore della terza vittima, il pensionato 75enne o, addirittura, di un suo tentativo di suicidio messo in pratica poi accidentalmente. Lei cosa ne pensa?
“Per come sono andate le cose è tutto possibile: sarà la magistratura a stabilire con esattezza i fatti, resta comunque il rammarico per le vite perse e la dolorosa certezza che anche il poveretto abbia fatto una bruttissima fine… Speriamo che la Procura riesca a fare chiarezza così da stabilire che non si è trattato di imperizia, di distrazione o di cattiva operatività dei colleghi: la nostra gente conosce questo mestiere ed è in grado di garantire una giusta valutazione del rischio: l’incidente, l’imprevedibile, purtroppo esulano da questa tipo di “valutazione”.”
E mentre apprendiamo che entro la fine della settimana in corso sono previste le autopsie delle tre vittime e che, durante la prossima, dovrebbero essere officiati i funerali di stato per i due Vigili del Fuoco, ci giunge notizia che è già partita la gara di solidarietà per sostenere moralmente ed economicamente le famiglie delle vittime e dei feriti, solidarietà fortemente voluta dai colleghi ma anche dalla cittadinanza che vuole così rispondere e testimoniare concretamente l’affetto, la stima e la propria riconoscenza nei confronti di questi “eroi del quotidiano” che continuano a vegliare sulle nostre città e non solo.