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Immagine del redattoreDaniela Giuffrida

CATANIA – MALEDUCAZIONE AL VOLANTE – E IL COMUNE?

di Daniela Giuffrida

Ore 19,30 di un giorno qualsiasi. Sei stato a trovare il tuo vecchio genitore ospitato in una prestigiosa residenza per anziani. Lo hai visto sereno, lo hai coccolato, hai trascorso con lui due, tre ore a chiacchierare del nulla.

Il tempo, le esigenze che ti impone il tuo lavoro e le condizioni fisiche del tuo “vecchietto” ti hanno costretto – tuo malgrado – a trovare per lui una “sistemazione” consona alle sue esigenze di assistenza continuativa, di cure mirate alle sue decine di acciacchi. E tu per lui hai scelto il meglio: anni ed anni di volontariato nel sociale ti hanno permesso di valutare decine di case di riposo e se hai deciso quella struttura, un motivo c’è sicuramente stato: l’ottima e

continua assistenza medica e infermieristica, il personale preparato e le cure continue, stanno accompagnando il tuo caro in questo importantissimo tratto di vita e tu ti senti quasi sollevato dal pensiero che in quella struttura lui abbia tutte le cure di cui necessita. Non è facile, ma andando a trovarlo e lasciandolo lì, come ogni sera, riesci quasi a far pace con la tua coscienza per non essere più in grado di provvedere tu, fisicamente, alle sue esigenze.

Esci, dunque, “semi-sereno” da quell’angolo di mondo dove il tuo caro vive e, preso dai tuoi pensieri e dalle mille tue considerazioni sulla vita e sulle scelte che questa ti impone, ti appresti ad attraversare la strada per raggiungere la tua auto parcheggiata nella vicina piazzetta.

Sei sicuramente sovrappensiero, ti guardi intorno, metti un piede sulle strisce pedonali e devi subito fare un grande salto all’indietro, per recuperare il marciapiede: una macchina – arrivata dal nulla – ti sfreccia davanti senza nemmeno vederti e, dopo di lei, un’altra e un’altra ancora.

Finalmente un automobilista, più sensibile degli altri, si ferma per lasciarti attraversare: il guidatore dell’auto subito dietro questa, comincia a strombazzare come un dis…perato, quindi, accelerando e “sgommando”, supera il primo sulle strisce pedonali e “blocca” te – paralizzato – a metà delle stesse, poi sparisce per la salita di via Galermo. Si perché è all’inizio della Via Galermo che ci troviamo, a due passi dalla Circonvallazione catanese, direzione S. G. Galermo.

Raggiunto il marciapiede di fronte, il nostro sguardo scivola su un cartello stradale che avverte del vicinissimo STOP:

il povero cartello ha avuto meno fortuna di noi, per ben due volte è stato “falciato”: la prima volta è rimasto piegato solo di 45°, la seconda volta è stato quasi divelto ed è, tuttora, tristemente e pericolosamente, adagiato in terra.

Sappiamo che ciò che succede in quel primo tratto di Via Galermo è stato più volte segnalato agli organi competenti del Comune che, però, non hanno provveduto a installare nei paraggi alcun semaforo “pedonale” né dossi o dissuasori stradali di alcun tipo.

Su per la Via Galermo esistono ben tre strutture per anziani e ci chiediamo se, prima di provvedere a rendere sicuro quel tratto di strada, il Comune non aspetti che si recuperino, dalla sede stradale, i “resti” di qualche sedia a rotelle e dell’anziano che la occupava.

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