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Immagine del redattoreDaniela Giuffrida

CATANIA – ROUNDUP MONSANTO= SOVRANITA’ ALIMENTARE NEGATA

di Daniela Giuffrida

Il prossimo 17 luglio,  nei locali della Confagricoltura di Catania, la multinazionale Monsanto – prossima a diventare un “prodotto Bayer”, non appena verrà perfezionato il passaggio alla multinazionale tedesca (63 miliardi di dollari il costo di questa operazione) – pubblicizzerà, il ROUNDUP come un “prodotto della scienza della vita”.

In occasione di questa iniziativa l’Associazione Apicoltori Siciliani ha indetto un presidio, per le ore 16 di quel giorno, davanti alla sede della Confagricoltori, sita in via Zia Lisa 153 a Catania: accanto a loro, saranno presenti – come sempre quando si tratta di lotta contro “forme di sfruttamento” – i militanti della Federazione del Sociale USB di Catania. La FDS USB ha lanciato un comunicato-stampa nel quale motiva le ragioni di questa decisione.


L’USB da sempre sostiene il Diritto alla Sovranità Alimentare – scrivono i militanti – contribuendo principalmente con le lotte dei braccianti agricoli, che hanno determinato il processo di organizzazione e di sindacalizzazione nella filiera agricola. E al tempo stesso evidenziando la necessità della creazione di un’alleanza tra contadini, braccianti agricoli e consumatori per un cibo sano, contro ogni forma di sfruttamento, contro il caporalato mafioso, diffusissimo nella filiera dell’agroindustria, contro la grande distribuzione nazionale e multinazionale e la Politica Agricola Comune (Pac) imposta dall’Unione Europea ai cittadini, con le sue politiche anti-sociali e anti-migranti.

In questa visione del Diritto alla Sovranità Alimentare, la Federazione del Sociale USB Catania sostiene la giusta protesta degli apicoltori siciliani contro la Confiagricoltura di Catania, che ha organizzato un incontro promozionale sul ROUNDUP, un micidiale prodotto a base di glyfosate, un diserbante che determina una interferenza nociva con l’ecosistema delle api e con la stessa salute dei cittadini.”.

Ma cos’è il Roundup?

Si tratta di un erbicida prodotto da Monsanto, alla base del quale vi è il  GLISOFATO, una sostanza altamente nociva che sembra arrechi gravi danni a livello ormonale e provochi altrettanto gravi malformazioni genetiche. Gli effetti nocivi del Glisofato sui mammiferi erbivori e sugli esseri umani che se ne nutrono sono stati taciuti per anni anche anche dalla Commissione Europea.

Secondo uno studio condotto nel 2013 da un gruppo di scienziati danesi, che si sono occupati delle conseguenze del suo impiego sulla salute gastrointestinale dei mammiferi, questa sostanza chimica è più pericolosa durante le fasi di vita iniziali dei mammiferi.

Secondo una rivista specializzata, gli scienziati della Aarthus University – che nel 2013 hanno studiato gli effetti del glisofato – hanno accertato che questo interferirebbe sul sistema gastrointestinale del bestiame, rendendo bovini e pollame più esposti agli attacchi degli agenti patogeni e, sembra, che le infezioni da botulismo negli ultimi

anni, sarebbero aumentate in modo esponenziale; anche i batteri responsabili della salmonellosi sembra siano risultati altamente resistenti al glifosato, mentre i batteri benefici (“lactobacilli” ecc…), vengono distrutti da questa sostanza.

Gli scienziati avrebbero accertato anche come il Glisofato limiti la capacità di disintossicazione dell’organismo, inibendo gli enzimi del citocromo P450 nell’uomo – enzimi che servono ad aiutare l’organismo umano ad espellere le tossine.

Altre indagini hanno evidenziato che le piante trattate con glifosato producono ammoniaca in eccesso: questa, quando è in eccesso crea un’interruzione della crescita delle piante e si teme possa agire negativamente anche sulla flora intestinale degli esseri umani.

Studi recentissimi, condotti dall’Istituto Ramazzini di Bologna, infine, hanno confermato che anche a dosi basse e per un periodo breve, essere esposti al glifosato fa male all’organismo e altera alcuni importanti parametri biologici come i marcatori relativi alla sessualità, genotossicità e alterazione del microbioma intestinale.

L’UE ne sarebbe già a conoscenza da anni, ma la notizia non era mai stata resa pubblica.

*foto dal web

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