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Immagine del redattoreDaniela Giuffrida

LO STRANO CASO DEL SIG. FELTRI − BORROMETI E RUOTOLO SI AUTOSOSPENDONO − SECCA LA RISPOSTA DEL PRESI

Di Daniela Giuffrida

Si, strano “caso” quello del direttore di “Libero”, Vittorio Feltri, perchè di questo si tratta: un “caso” in cui cattivo gusto, arroganza e presunzione si fondono in un mix che oltrepassa i limiti della decenza oltre a quelli imposti da regole precise dettate ai propri iscritti dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti. La stranezza invece risiede nell’assenza di un provvedimento di qualsiasi tipo da parte dell’OdG stesso.

Eppure il “Testo unico dei doveri del giornalista” riunisce e racchiude in se concetti già espressi in tutti i documenti “deontologici” varati in precedenza dall’Ordine: dalla “Carta dei doveri del giornalista” al “Codice di deontologia relativo alle attività giornalistiche”, dalla “Carta” di Firenze a quelle di Roma, Milano, Firenze, Treviso e via di seguito: Vittorio Feltri dovrebbe ben conoscerli tutti quei concetti e dovrebbe ben sapere che l’inosservanza di una delle regole contenute in quel “Testo” può (“dovrebbe”, diciamo noi!) determinare una responsabilità disciplinare. Ma lui se ne frega.

Nessuna reazione, però, nessun provvedimento dall’ OdG: sembra quasi che nessuna “regola” possa essere imposta a questo signore, il quale si permette di oltrepassare non solo i limiti imposti dallo stesso Ordine, ma anche quelli imposti dalla Costituzione: si permette di

esternare il proprio pensiero avvalendosi di epiteti e insulti che vanno ben oltre il buon gusto e la decenza.

Questo grande silenzio “istituzionale” ha già destato stupore quando il sig. Feltri si adoperò ad esternare il proprio pensiero sui “gay” prima e subito dopo sui migranti, definiti da lui “portatori di miseria e malattie”, chiarendo inequivocabilmente la propria posizione omofoba e razzista.

Oggi sembra che, finalmente, la misura sia stata colmata: davanti all’ennesimo “silenzio” dell’ OdG all’ultima “vigliaccata” del sig. Feltri − di questo si tratta quando ci si rivolge con certi toni ad un uomo la cui vita è in serio pericolo − ecco che finalmente vi è una reazione: una presa di posizione netta e precisa che arriva oggi da due giornalisti, la cui “grandezza” li ha costretti a vivere “sotto scorta”, ormai da anni.

Paolo Borrometi e Sandro Ruotolo si sono oggi autosospesi e lo hanno annunciato attraverso una lettera aperta al Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna. Di seguito, il testo integrale del documento.

“Caro Presidente, abbiamo deciso di autosospenderci dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti perché ci consideriamo incompatibili con l’iscrizione all’albo professionale di Vittorio Feltri. Proprio noi, che più di altri, ci battiamo per la difesa dell’articolo 21 della Costituzione, riteniamo gli scritti e il pensiero del direttore Feltri veri e propri crimini contro la dignità del giornalista.

Le parole di Vittorio Feltri su Andrea Camilleri e le sue opere hanno rappresentato per noi la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ne va della credibilità di ognuno di noi e della nostra categoria. Adesso basta. O noi o lui.

Quel “terrone che ci ha rotto i coglioni”, per noi figli del Sud è inaccettabile. Non è in gioco la libertà di pensiero. Sono in gioco i

valori della nostra Costituzione. Ogni suo scritto trasuda di razzismo, omofobia, xenofobia.

“Dopo la miseria portano le malattie” (rivolto ovviamente ai migranti), l’ormai tristemente celebre “Bastardi islamici” o, uscendo dal seminato delle migrazioni, robaccia come “Più patate, meno mimose” in occasione dell’8 marzo (e le diverse varianti dedicate anche a Virginia Raggi, con il “patata bollente”) o “Renzi e Boschi non scopano”. Poi gli insulti a noi del sud con il celebre “Comandano i terroni” e infine il penultimo, di qualche mese fa, “vieni avanti Gretina” (dedicato alla visita a Roma di Greta Thunberg).

L’idea che Vittorio Feltri offre è che si possa, impunemente, permettersi questo avvelenamento chirurgico. E non è un problema solo suo. Almeno, non lo è più. A lui non frega niente: il limite, la deontologia, la misura, il buon senso, diremmo perfino la dignità sembrano saltate da tempo. Noi siamo convinti che resti intatta la bellissima frase che recita “Non condivido le tue idee ma darei la vita per permetterti di esprimerle”. Continuiamo a batterci contro la censura e gli editti, ma non possiamo accettare tra noi chi istiga all’odio. Ne va della nostra credibilità”.

Ma dal presidente Verna arriva una risposta secca e precisa che sa di vera “bacchettata” 

“Condivido le ragioni dei colleghi Borrometi e Ruotolo sul caso Feltri-Camilleri, se l’Ordine dei Giornalisti fosse un club mi autosospenderei pure io. Ma non lo e’ e l’istituto dell’autosospensione non esiste, ci si puo’ semmai cancellare, astenendosi dallo svolgere la professione e, salvo il diritto d’opinione, poi iscriversi di nuovo quando sono cessate le ragioni di cui alla polemica” (“Fatto Nisseno”).

Cosi’ il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna replica a Paolo Borrometi e Sandro Ruotolo che si sono “autosospesi” dall’Ordine in polemica contro le affermazioni di Vittorio Feltri su Andrea Camilleri ritenute da questi “incompatibili” con la iscrizione all’albo. “L’occasione – aggiunge Verna – e’ opportuna per chiarire il funzionamento in base alla normativa vigente dei consigli di disciplina totalmente autonomi dopo la cosiddetta legge Severino rispetto all’Ordine e in ogni caso privi di poteri cautelari di sospensione, perche’ per fortuna esiste l’articolo 21 della Costituzione.

Per cui Feltri, come chiunque altro, potra’ semmai essere sottoposto al rituale procedimento disciplinare, al termine del quale ci sara’ un pronunciamento che tutti, dal sottoscritto a Borrometi e Ruotolo, dovranno rispettare. Poi naturalmente le leggi si possono cambiare se il Parlamento lo volesse, e in tale senso il Consiglio nazionale ha gia’ avanzato proposte di riforma per cio’ che attiene ai giornalisti, mentre per quel che riguarda le separate funzioni disciplinari la normativa e’ la stessa per tutti gli ordini professionali”.

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