top of page

MALI – NUOVO COLPO DI STATO CANCELLA IL GOLPE DEL 2012 – E MACRON?

Immagine del redattore: Daniela GiuffridaDaniela Giuffrida


Di Daniela Giuffrida

Da oggi pomeriggio Ibrahim Boubacar KEITA non è più presidente del Mali: è stato arrestato intorno alle 16.30 ora locale, nella sua residenza a Sebenikoro (Bamako), mentre si trovava in compagnia del primo ministro, Boubou Cissé e di suo figlio, il vice Karim Keïta, arrestati anche loro.

Il nuovo “uomo forte”, il colonnello Malick Diaw ha ringraziato tutte le unità dei diversi corpi militari senza i quali non sarebbe stato possibile portare a termine l’azione. Fra questi anche i béret rouge. Le avvisaglie di un nuovo colpo di stato erano, comunque, nell’aria da tempo.

Dal golpe del 2012 che ha visto insediarsi Keita con la benedizione dell’ex presidente francese Hollande (ne abbiamo parlato QUI), gravi disordini hanno attraversato il paese subsahariano, ma l’assalto alla moschea avvenuto fra il 10 e l’11 luglio, durante il quale 23 civili innocenti sono rimasti uccisi dalle forze antiterrorismo FORSAT (entrate nella moschea col “pretesto” che ci fossero jihadisti asseragliati dentro la stessa) ha colmato la misura. Nessuna indagine seria o alcun arresto sono stati eseguiti dopo, fatto che ha reso ulteriormente infuocato il clima a Bamako. 

Lo scorso 11 agosto si è svolta nella capitale maliana una mobilitazione generale mai riscontrata nella storia contemporanea del paese. Uno dei leader della protesta è stato un imam musulmano ma alla stessa si sono uniti anche il cardinale Jean Zerbo e l’Associazione dei funzionari cattolici del Mali. Ciò significa che i leader musulmani e

cattolici sono scesi in piazza, al fianco dei rappresentanti politici dell’opposizione e della società civile. Niente di strano in un paese in cui i cattolici -in netta minoranza- vengono trattati con rispetto dal resto della popolazione e viceversa.

Oggi, in tarda mattinata, la protesta è scoppiata forte presso la base militare di Kati, teatro del golpe del 2012 e, nel primo pomeriggio, un gruppo di militari, male armati e per questo estremamente “motivati” (vengono inviati a combattere nel nord del paese praticamente disarmati e, per questo motivo, costretti a soccombere), hanno occupato gli uffici della radio-televisione maliana, chiudendola ed hanno lanciato una sorta di ultimatum al presidente Keita: 14 ore per lasciare il paese o lo avrebbero arrestato. In realtà non hanno aspettato le 14 ore e prima che potesse lasciare il paese, nel pomeriggio hanno fatto irruzione nella sua residenza di Sebenikoro e lo hanno tratto in arresto. 

Note di colore dal sapore “exagérément moderne”: la Francia – ovviamente poco contenta di quanto sta accadendo nella vecchia e cara “colonia ritrovata” nel 2012 (nel 1960 era stata costretta a concederle l’indipendenza come al resto delle sue colonie africane)- nel pomeriggio ha fatto sapere ai Francesi residenti in Mali di non lasciare le proprie abitazioni e questo attraverso le pagine di Facebook.

Il presidente Macron – anche lui per niente felice di quanto sta accadendo – ha già convocato i capi di stato dei paesi confinanti col Mali: cosa deciderà il grande “colonizzatore” dopo oggi? 

Dato non pervenuto: noi, comunque, auguriamo al popolo maliano di conservare l’indipendenza, “apparentemente”, ritrovata oggi e che possano farlo pacificamente e per molto, molto tempo.   


*foto: Kati24

 
 

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità o regolarità voluta.

Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, né del contenuto dei siti linkati. Tutto il materiale presente resta di proprietà di Triskelion che ne disporrà nei termini d'uso del blog.

© Copyright
bottom of page