Di Daniela Giuffrida
E’ nato nell’aprile del 2017 “Busitalia Fast”, il Nuovo Servizio di Trasporto Integrato del gruppo Ferrovie dello Stato, realizzato con bus di 1ª Categoria, affidato alla Busitalia Simet (azienda dello stesso Gruppo FS Italiane) e destinato alle lunghe distanze.
Il nuovo servizio aveva come fine, “dichiarato” dalle stesse FS, quello di integrarsi “con altri sistemi di trasporto per garantire capillarità e flessibilità” ma di fatto, la sua attivazione nei giorni scorsi, ha suscitato le reazioni di associazioni di categoria e sigle sindacali. Da lunedì 23 luglio, infatti, il nuovo servizio di collegamento tra la Sicilia e la Calabria ha avuto inizio con due corse giornaliere di bus tra Cosenza, Lamezia Terme, Messina e Catania.
In una conferenza stampa tenutasi lo scorso 24 luglio a palazzo Zanca a Messina, il Comitato Pendolari Siciliani, Cittadinanza Attiva Sicilia, Or.s.a. Sicilia, USB Sicilia e Calabria, ANTUDO Messina e Movimento Popolare “ILFERRIBOTTENONSITOCCA”, hanno annunciato una grande mobilitazione a inizio autunno: tutti concordi nel ritenere che la “continuità territoriale” debba essere difesa a ogni costo. Infatti, se è già grave che Ferrovie dello Stato non potenzi la rete ferroviaria portando le “Frecce” giù fino in Sicilia, se è inaccettabile che non provveda ai bisogni più elementari del nostro territorio – vedi raddoppio ferroviario – e se è assurdo che non migliori neanche il traghettamento ferroviario fra Sicilia e Calabria, ancora più grave è l’estremo paradosso che, per traghettare, i Busitalia delle FS usino – come sembra – i mezzi della privata “Caronte&Tourist” e non il vettore pubblico, facendo così concorrenza a se stessi e incrementando le “entrate” della concorrenza. Cui prodest, verrebbe da chiedersi.
A chi può servire l’incremento del trasporto su gomma, favorito dai prezzi stracciati della Busitalia? E le coincidenze orarie con gli altri mezzi di trasferimento (Aliscafi, Trenitalia e quant’altro), poi, verrebbero rispettate? Insomma una serie di problematiche, tutt’altro che chiare, sembrano essere state partorite dalla mente perversa di un “genietto malefico”. Questi avrebbe deciso, contando sul fattore “assopimento generale” dei più, di smantellare o peggiorare il servizio ferroviario da “far west” del nostro territorio a tutto vantaggio dei più “simpaticiperchèpiùveloci” privati oppure – il genietto di cui sopra – potrebbe aver deciso di creare tutti quei problemi che solo un noto, discusso e inviso progetto “Ponte sullo Stretto” potrebbbe risolvere!?
Le associazioni e le sigle sindacali presenti a Palazzo Zanca hanno deciso di prendere una posizione netta contro ciò che accade alla continuità territoriale italiana e si sono detti pronti a un autunno di lotta.
Anche la Federazione del Sociale Usb ha deciso di prendere poszione ed ha lanciato un comunicato che riportiamo integralmente come lo abbiamo ricevuto.
STRETTO DI MESSINA: L’ATTACCO AL DIRITTO ALLA CONTINUITÀ TERRITORIALE COINCIDE CON IL DISEGNO PER IL PONTE.
Continuano, sulle due sponde dello Stretto di Messina, gli attacchi al diritto alla continuità territoriale attraverso la destabilizzazione dei servizi navali. Attacco che colpisce in modo particolare le lavoratrici ei lavoratori pendolari calabresi e siciliani.
La Federazione del Sociale USB Catania, in sintonia con le Federazioni USB di Messina e di Reggio Calabria, esprime solidarietà e sostegno alla ‘Vertenza Stretto 2.0″, lotta promossa dal Comitato Pendolari Siciliani e da altri movimenti popolari contro l’attacco al diritto alla continuità territoriale, e intravede e denuncia che dietro questo attacco destabilizzante si materializzi il disegno per la realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Si al Diritto alla continuità territoriale. Sostegno alla “Vertenza Stretto 2.0”. No al Ponte sullo Stretto!
Federazione del Sociale USB Catania
Via Caltanissetta, 3 Tel. 3334386674-3492826242 Email c.urzi@usb.it
* Immagini di Busitalia-Simet – dal web