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MESSINA-RENATO ACCORINTI-LA CONTAMINAZIONE DEL BENE

Immagine del redattore: Daniela GiuffridaDaniela Giuffrida

Aggiornamento: 19 giu 2024

Di Daniela Giuffrida

Sarà presto inaugurato a Messina un campo da basket “playground”. Il campo è ubicato in una delle zone più belle e “preziose”della città dello stretto, in quella Zona Falcata, già sede dell’Istituto Talassografico e della magnifica “Lanterna del Montorsoli”- edificata tra il 1555 e il 1557 – fiore all’occhiello della città.

Il nuovo sito, il cui uso sarà gratuito – sullo stile dei playground americani – è destinato a divenire un importante luogo di aggregazione aperto a tutti ed è l’ennesimo “dono” che l’ex sindaco di Messina, Renato Accorinti, ha voluto fare alla sua comunità, utilizzando parte della “indennità” maturata durante il suo mandato come “Primo Cittadino”.

Ma è corretto definire Accorinti un “ex sindaco”?

Il termine “sindaco” trae origine dal greco σύνδικος, “patrocinatore” ed è composto da due paroline: σύν “con” e δίκη “giustizia”, quindi si presuppone che un buon sindaco debba essere un uomo giusto, chiamato dai propri concittadini a rappresentarli, attraverso libere elezioni. Ma per far questo, cioè per essere un uomo “giusto” ed eticamente corretto, un buon sindaco non deve essere soltanto il capo di una Amministrazione comunale ma, come intendevano Greci e Romani, egli deve anche tutelare gli interessi della propria Comunità e – come coerenza impone – rispettare il proprio programma elettorale, ottemperando a quell’insieme di “impegni” che solitamente, scaduto il mandato, restano disattesi.

Quando un sindaco, non viene rieletto per una serie di “giochetti politici” che profumano di alleanze dell’ultimo minuto – permesse da una legge elettorale da rivedere e sicuramente modificare – torna ad essere un comune cittadino e, come tale, mantiene gli onerosi impegni assunti in campagna elettorale, a mio avviso, continua ad esserne il sindaco “morale”: questo è il caso di Renato Accorinti.

Nel 2013, durante quella campagna elettorale che lo aveva visto entrare “vincitore” a Palazzo Zanca, Accorinti aveva promesso che delle “indennità” maturate durante il suo incarico, avrebbe trattenuto per se solo le cifre corrispondenti al proprio stipendio da insegnante di scuola media e che, a fine mandato, avrebbe investito le cifre residue per realizzare opere destinate alla sua città: forse qualcuno non aveva creduto alle sue parole, e aveva pensato si trattasse delle solite “promesse elettorali da politicante”: quel qualcuno si sbagliava. Così, mentre negli ultimi due anni altri personaggi hanno preferito dichiararsi gli strenui difensori della città dello stretto, saltellando in maniera discutibile da social in social, da una rete televisiva ad un’altra, utilizzando mezzi e termini ancora più discutibili, Accorinti, in un periodo lontano da possibili miraggi elettorali, distante anche da polemiche sterili che non gli appartengono e da figuracce a buon mercato che gli appartengono ancora meno, ha preferito continuare a lavorare silenziosamente per la “sua” Comunità.

Aveva già acquistato e donato alla città di Messina 9 defibrillatori (1 a Filicudi ed uno alla città di Reggio Calabria con la quale ha mantenuto i buoni rapporti di collaborazione precedenti), aveva regalato un pianoforte posto in un mercato al chiuso (Mercato Muricello)perché potesse essere usato da chiunque in grado di farlo e nei mesi scorsi, in pieno lockdown, aveva donato diecimila kg di pasta alle associazioni di volontariato della città. La sua pasta, in quel periodo di difficoltà generale, ha avuto certamente un sapore diverso da quella “donata” come contro-partita per un “voto”, come la triste consuetudine imperante in periodo elettorale, vuole. Egli non si è esposto in prima persona come altri han fatto in passato ma ne ha fatto dono alla Caritas, alle due mense di S. Antonio e Cristo Re e ad altre associazioni della città che ne hanno fatto l’uso che hanno ritenuto opportuno: consumarla nelle mense e donarla alle famiglie indigenti.

Oggi sappiamo che Accorinti non ha ancora esaurito la sua “missione” di sindaco: egli, oltre ad un secondo pianoforte che presto sarà donato ai Messinesi e collocato in un sito importante della città (top secret sia il sito che la data dell’inaugurazione a cui presenzierà un artista di fama internazionale), si è fatto promotore di una proposta di legge che prevede l’obbligo per tutti gli enti pubblici e privati, di dotarsi di defibrillatori (così come già avviene per gli estintori). La sua proposta prevede anche che l’acquisto di quei presìdi sia sottoposto a sgravio fiscale così come tutte le spese considerate di “messa a norma” al fine di garantire il rispetto delle leggi sulla sicurezza. Infine, prestissimo – forse già nelle prossime settimane – non appena i lavori di pulizia da erbacce e simili verranno completati (grazie anche all’ausilio dei volontari dell’Amatori Basket di Messina), sarà il campo di pallacanestro “playground” della Falcata ad essere consegnato (già recintato e videosorvegliato) ai Messinesi dal loro “ex sindaco”. Davanti a questo suo adoperarsi per una città della quale egli non è più “responsabile”, viene naturale domandarsi e domandare ad Accorinti perchè lo faccia.

“Vede – risponde sereno l’ex sindaco – ognuno di noi è importante e rappresenta un tassello fondamentale di quel mosaico perfetto che è una Comunità. Riesce ad immaginare un mosaico a cui manchi un piccolissimo tassello? L’immagine sarà difettosa, incompleta, mancherà di armonia nei suoi colori e nella sua stessa sostanza. Ognuno di noi è portatore di un “tassello”: anche la persona che crede di essere la più piccola, la più insignificante, fa parte di quel mosaico e può e “deve” partecipare alla sua costruzione dando il suo contributo anche se piccolo: solo così la Comunità acquista armonia e diventa un quadro meraviglioso da vivere fino in fondo. Ognuno può essere un esempio per chi si sente demotivato – aggiunge – per chi crede di non essere in grado di apportare il proprio contributo. Sappiamo che esiste la contaminazione del male ma sappiamo anche che è ancora più forte quella del bene: la vita ce ne dà spesso prova. Quindi, se noi tutti facciamo qualcosa, sicuramente altri ci seguiranno e il bene, alla fine, avrà vinto.”.

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