Di Daniela Giuffrida
E’ stata resa nota dalla Direzione Generale Protezione Civile della Regione Siciliana, la direttiva sulle attività destinate alla prevenzione e al contrasto del rischio incendi boschivi. La direttiva denominata “Campagna AIB 2018” era stata presentata lo scorso 23 aprile nel corso di una conferenza stampa tenuta dal presidente della regione, Nello Musumeci, alla presenza del capo della Protezione Civile nazionale Angelo Borrelli, è stata resa nota soltanto ieri.
L’impressionante numero di incendi registrati in Sicilia che negli ultimi anni ha mandato in fumo quasi 150mila ettari di terreno, dei quali oltre 64mila boscati, ha interessato tutte le province dell’isola (quelle di Palermo, Messina e Agrigento le più colpite). Con l’approssimarsi della stagione estiva il rischio incendio si fa sempre più vicino e consistente e rende necessaria la creazione di meccanismi di coordinamento fra le varie forze operative, componenti il Sistema regionale di Protezione Civile.
Il presidente Musumeci aveva già preannunciato importanti provvedimenti destinati ad alleggerire la tensione da “rischio-incendio” già prima della votazione della legge finanziaria, così, senza sottovalutare le responsabilità da accertare di piromani spinti dalle motivazioni più diverse e ponendo attenzione ai casi riconducibili sia all’incuria dei cittadini che alla mancata applicazione di opportune misure di prevenzione, come aveva assicurato avrebbe fatto, si è fatto carico di varare immediatamente una serie di disposizioni su quella che sarà la “Campagna AIB 2018”.
Preparazione specifica e complementarietà dei ruoli, dunque, sono previste per creare una sinergia di forze specializzate destinate ad assicurare la salvaguardia della salute pubblica in ogni circostanza, ma senza dimenticare la necessità di rendere edotta la popolazione mano a mano che si prospetta la possibilità di un rischio.
I più “oberati” da responsabilità, com’è giusto che sia, sono i Sindaci, prime autorità locali di Protezione Civile. Ai primi cittadini di ogni centro abitato corre l’obbligo di aggiornare i Piani di Protezione Civile Comunali per
fronteggiare i rischi esistenti sul proprio territorio e l’obbligo di predisporre tutte quelle azioni atte alla diffusione, fra i cittadini, delle corrette forme di comportamento utili alla salvaguardia della popolazione stessa. I Sindaci non dovranno solo preoccuparsi di emanare Ordinanze di prevenzione degli incendi (pulizia dei terreni incolti, dei margini delle strade comunali, ecc) ma dovranno preoccuparsi anche di vigilare che queste vengano rispettate e di comminare le sanzioni previste nel caso in cui le stesse non fossero rispettate. Al controllo del rispetto di quanto indicato dalle Ordinanze, sono demandate le forze di Polizia Locali, la Polizia provinciale, il Corpo Forestale della Regione Siciliana e le Forze dell’Ordine in generale.
Ma ai compiti dei Sindaci non finiscono qui, nelle giornate in cui il rischio incendio è più alto, dovranno preoccuparsi di attivare un controllo più “dinamico” del territorio, attraverso le forze di Polizia e squadre di Volontariato così da evitare l’innesco “doloso” di fuochi.
Stesso discorso vale per le Città Metropolitane e per i Liberi Consorzi Comunali, i quali dovranno programmare per tempo, tutti gli interventi utili a prevenire situazioni di pericolo.
Anche ANAS, Consorzio Autostrade Siciliane, Ferrovie dello Stato, Terna ed Enel sono chiamate ad occuparsi della programmazione e attuazione di quelle misure atte a prevenire l’innesco di focolai, soprattutto nelle aree su cui sorgono tralicci di Bassa e alta Tensione.
Le Riserve Naturali, i Parchi, le Soprintendenze, il Dipartimento dell’Ambiente, l’Istituto Regionale per lo sviluppo delle Attività Produttive-ex ASI, il Dipartimento Regionale Acque e Rifiuti, i Consorzi di Bonifica, il Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana: dovranno tutti preoccuparsi di far ripulire le proprie aree di pertinenza, mentre le Aziende ospedaliere, gli Ospedali, le ASP, le Guardie Mediche, dovranno tenere efficienti i reparti e potenziare il servizio di Pronto Soccorso con riguardo ai casi di ustioni o di problemi respiratori dovuti ad inalazione di fumi da incendi. Mentre le ASP, in particolar modo, dovranno prevedere per i medici di base, un servizio di assistenza e soccorso per la popolazione, nell’evenienza di “ondate di calore” o di temperature particolarmente alte.
Tanto da “lavorare” anche per i Responsabili degli uffici Dighe e delle Autorità di Bacino che dovranno provvedere ad incrementare la disponibilità di risorse idriche da utilizzare per il rifornimento dei mezzi aerei e terrestri impegnati nelle azioni di spegnimento.
Ovviamente, anche i proprietari, conduttori e gestori di fondi agricoli di qualsiasi natura; aziende e stabilimenti industriali; concessionari di impianti esterni di gas di petrolio liquefatto in serbatoi fissi, per uso domestico; strutture produttive e commerciali; i gestori di aziende per lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti (questi dovranno attenersi scrupolosamente a quanto stabilito dall’art. 13 del D.Lgs n°36 del 13 gennaio 2003) e i cittadini TUTTI, dovranno necessariamente prendere coscienza dei corretti comportamenti da seguire per non mettere a repentaglio la salvaguardia dei beni privati e comuni.
Tutto questo e numerose altre indicazioni sulle modalità di espletamento delle direttive volute dalla Presidenza della Regione, nel documento recante le firme del Dirigente Generale, Capo del Dipartimento Foti e del Presidente Nello Musumeci.
*foto dal web
Il testo integrale della nota.
Campagna AIB 2018 — Direttiva sulle attività da porre in essere per la prevenzione e il contrasto del rischio di incendi boschivi e di interfaccia.
Il territorio della Regione Siciliana è stato sovente oggetto di eventi calamitosi cagionati dal propagarsi di vasti incendi boschivi o d’interfaccia, in molti casi riconducibili all’incuria dei cittadini o alla mancata attuazione di adeguate misure di prevenzione. Tali eventi hanno procurato l’incenerimento di ettari di terreno boschivo e, in qualche occasione, provocato danni alle attività produttive a beni pubblici e privati e perdite di vita umana.
Per mitigare il reiterarsi di tali episodi, e arginarne le conseguenze, preservando in maniera ottimale l’immensa e multiforme ricchezza della nostra Regione, si reputa indispensabile favorire stabili meccanismi di coordinamento e raccordo tra tutte le componenti del Sistema regionale di protezione civile con competenze in materia, affinché l’automatismo delle procedure e la complementarietà dei ruoli crei i presupposti per una sinergia di forze efficace ed efficiente sia in condizioni di quiete, sia in contesti di criticità territoriale o emergenziali.
Il coordinamento deve riguardare la totalità delle azioni di prevenzione, soccorso e assistenza alla popolazione da apprestare nel contrasto agli incendi boschivi e d’interfaccia. Si reputa, pertanto, opportuna la programmazione e la pianificazione delle attività ripartite fra le varie componenti del Sistema regionale di protezione civile per ottimizzarne i risultati. Come è noto, infatti, detto Sistema è articolato su più livelli territoriali, ha competenze trasversali, opera in osservanza del principio di sussidiarietà ed è, pertanto, necessario aver contezza di tutte le risorse umane e materiali disponibili affinché, all’occorrenza, possano essere attivate con tempestività e senza sovrapposizioni.
La lotta e il contrasto agli incendi boschivi e d’interfaccia non può prescindere da una serie di attività e comportamenti che, l’Ente pubblico o il singolo cittadino, devono porre in essere per rendere efficace l’ azione di contrasto. L’ importanza delle azioni preventive messe in atto e l’organizzazione delle componenti operative del sistema di protezione civile rivestono un ruolo di primaria importanza.
Il Sistema si attiva quotidianamente con l’emissione dell’Avviso di Protezione Civile per rischio incendi e ondate di calore, emesso dal DRPC Sicilia, e diffuso dalla SORIS, che vincola le Amministrazioni, le Organizzazioni e gli Enti destinatari a svolgere una serie di azioni giuridicamente rilevanti per la prevenzione e il contrasto degli incendi boschivi e d’interfaccia.
I Sindaci, quali prime autorità locali di protezione civile, hanno l’obbligo di aggiornare i Piani di Protezione Civile Comunali, anche di carattere speditivo, per fronteggiare i rischi esistenti sul proprio territorio ivi incluso quello il rischio incendi, predisponendo contestualmente tutte quelle ulteriori azioni contenute nella predetta pianificazione, non ultime le attività di diffusione tra i cittadini delle corrette norme di comportamento, utili alla salvaguardia della popolazione e del territorio.
Già in fase preparatoria dell’annuale campagna AIB, dovrebbe essere verificata l’efficienza delle strutture, delle attrezzature e dei mezzi antincendio, garantendo la loro operatività anche attraverso l’impiego di Volontari, delle Organizzazioni di protezione civile, operanti sui territori e regolarmente iscritte nell’apposito Elenco territoriale tenuto dal DRPC Sicilia, appositamente formati e in possesso di tutti i requisiti di tutela della salute e di sicurezza.
Malgrado le difficoltà nella gestione dei bilanci, è auspicabile lo stanziamento di fondi sufficienti per interventi diretti alla difesa del suolo e alla manutenzione e pulizia delle infrastrutture e delle aree di proprietà comunale, molto spesso facile fonte di innesco degli incendi di interfaccia.
I Sindaci, per quanto sopra, non devono limitarsi alla semplice emanazione delle Ordinanze di prevenzione degli incendi, di pulizia dei terreni incolti e dei margini delle strade di proprietà comunale, ma vigilare efficacemente sulla loro attuazione applicando le previste sanzioni e procedendo possibilmente alla scerbatura a rivalsa qualora non effettuata dai legittimi proprietari dei fondi.
Altresì, devono provvedere all’aggiornamento del catasto dei soprassuoli percorsi dal fuoco, cosi come previsto dall’art. IO, comma 2 della L.353/2000, strumento di primaria importanza per l’applicazione dei vincoli dettati dalla predetta legge, quale strumento per l’individuazione delle aree maggiormente soggette a rischio.
Allo scopo, si rammenta che il Corpo Forestale della Regione, per le proprie attività di istituto, effettua i rilievi delle aree percorse dal fuoco, rendendole fruibili alle amministrazioni comunali attraverso il Sistema Informativo della Montagna.
Inoltre, sulla base della suscettività agli incendi, occorre che i Sindaci verifichino la funzionalità di spazi attrezzati o locali, individuati dai piani comunali di protezione civile per il rischio incendi, idonei ad accogliere le persone eventualmente da evacuare. A fronte di tali competenze il ruolo della Regione è quello di supportare il Sindaco emanando indirizzi e linee guida per la pianificazione d’emergenza, e in caso di necessità, contribuire al suo superamento con l’invio di mezzi, uomini e risorse.
Le Forze di Polizia Locali, in collaborazione con la Polizia provinciale, il Corpo Forestale della Regione Siciliana e le Forze dell’Ordine, sono chiamati a vigilare sull’applicazione da parte dei cittadini, delle Ordinanze sindacali, e applicare le opportune azioni di sorveglianza e controllo sugli Enti proprietari o gestori delle vie di comunicazione. È, infatti, noto che la suscettività d’innesco e propagazione degli incendi dipenda spesso dallo stato di incuria e pulizia dei cigli stradali e dei fondi agricoli a margine delle strade, anche al fine di evitare emissioni di fumi che possano ostacolare la transitabilità.
Nelle giornate a maggior rischio incendio,con dichiarazione del livello di allerta “ALTO”, appare opportuno istituire un pattugliamento dinamico attraverso le forze di polizia e squadre di Volontariato per un più efficace controllo del territorio che consenta una proficua azione deterrente all’innesco doloso di fuochi e un ‘utile attività di avvistamento.
In tal senso i Sindaci, in raccordo con le squadre locali del CFRS, sentite anche le Stazioni dei Carabinieri, dovranno stabilire i più opportuni percorsi anche in relazione alla storicizzazione degli eventi accaduti nel tempo.
Analogamente, le Città Metropolitane e i Liberi Consorzi Comunali devono programmare per tempo tutti gli interventi di prevenzione di propria competenza atti a scongiurare il sorgere di situazioni di pericolo per la pubblica e privata incolumità. In particolare devono provvedere alla pulizia dei cigli stradali di competenza e concretizzare gli interventi di salvaguardia nelle aree naturalistiche da loro amministrate. Dovranno, inoltre, prevedere operazioni di sorveglianza, anche solo come deterrente, contro eventuali azioni criminali.
L’ANAS, il Consorzio Autostrade Siciliane, le Ferrovie dello Stato, Terna ed ENEL dovranno programmare tutti gli interventi preventivi di competenza, in particolare la pulizia degli cigli autostradali, delle piazzole di sosta o delle aree di rifornimento, e delle linee ferroviarie, per realizzare una congrua fascia utile ad assicurare la percorribilità della viabilità, nonché la particolare cura dei terreni su cui sorgono i tralicci di BT e MT per evitare il loro coinvolgimento durante un evento incendiario. È necessario, inoltre, che tutti gli impianti di sicurezza delle gallerie ed eventuali dispositivi di videosorveglianza siano perfettamente funzionanti.
Il Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale, per il tramite dei propri uffici territoriali, deve procedere con la massima tempestività all’attivazione degli interventi di decespugliamento ed eliminazione del materiale combustibile improprio, già annualmente programmati sulle aree forestali demaniali.
Le Riserve naturali e i Parchi oltre ad assolvere ai propri compiti istituzionali dovranno verificare l’efficienza dei mezzi meccanici a loro disposizione, da utilizzarsi per eventuali interventi di spegnimento e/o supporto nelle aree demaniali.
Le Soprintendenze e i Servizi Parco Archeologici, devono provvedere per tempo alla salvaguardia dei siti archeologici, monumentali e naturalistici di competenza, affinché il patrimonio culturale della Sicilia non venga depauperato a causa di eventi incendiari.
Il Dipartimento dell’Ambiente dovrà programmare e attuare quegli interventi necessari alla pulizia degli alvei fluviali di competenza, che presentano vegetazione o materiali inerti potenzialmente combustibili che possono favorire la propagazione di incendi in aree spesso difficilmente raggiungibili dagli operatori addetti allo spegnimento.
L’Istituto Regionale per lo sviluppo delle Attività Produttive — ex ASI, il Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti, i Consorzi di Bonifica, il Dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, oltre a procedere ad analoghe programmazioni dei succitati interventi di prevenzione, vigileranno sulle proprie aree e/o infrastrutture di competenza;
Le Aziende ospedaliere, al fine di limitare il coinvolgimento degli Ospedali in teatri incendiari con possibile evacuazione degli stessi, cureranno la pulizia delle aree di pertinenza delle suddette strutture e verificheranno le condizioni delle aree limitrofe segnalando ai Comuni eventuali situazioni che potrebbero generare l’innesco di incendi per presenza di materiale combustibile.
Gli Ospedali, le ASP e le Guardie Mediche, così come riportato nei programmi operativi gestionali, dovranno tenere in efficienza i reparti e potenziare, ove possibile, il servizio di pronto soccorso, con particolare riguardo a casi di ustioni e problemi respiratori dovuti ad inalazione di fumo.
Le ASP dovranno inoltre prevedere, per i medici di base dislocati sul territorio, un servizio di assistenza e soccorso alla popolazione nell’evenienza di ondate di calore con temperature particolarmente elevate (sopra la media stagionale) che coinvolgano le fasce deboli della popolazione.
I Responsabili degli Uffici Dighe e delle Autorità di Bacino devono provvedere ad incrementare, per quanto possibile, la disponibilità di risorse idriche da utilizzare per il rifornimento dei mezzi aerei o terrestri impegnati in operazioni di spegnimento. Devono, inoltre, provvedere alla pulizia da materiale infiammabile depositato lungo gli argini e nelle aree a ridosso che, considerata l’orografia dei luoghi, presentano fronti ad alto rischio di propagazione di eventuali incendi.
Si evidenzia l’importanza che rivestono le attività di controllo e monitoraggio continuo del territorio, al fine di impedire gli inneschi degli incendi e di consentire un più tempestivo ed efficace primo intervento di lotta attiva.
Nei territori, statisticamente a maggiore rischio d’innesco di incendi boschivi, il CFRS, con una azione combinata con le Forze dell’ordine dovrà incrementare l’attività di investigazione e di ricerca degli autori degli atti incendiari, per la maggior parte di carattere doloso o colposo, anche come fattore deterrente preventivo.
Anche i cittadini, dovranno prendere coscienza dei corretti comportamenti da seguire per non mettere a repentaglio la salvaguardia dei beni privati e comuni.
I proprietari, i conduttori e i gestori di fondi rustici e aree agricole di qualsiasi natura e loro pertinenze non coltivate, a riposo e/o abbandonate, dovranno provvedere ad effettuare le necessarie opere di difesa passiva di prevenzione antincendio con interventi di pulizia dei terreni, provvedendo alla messa a nudo del terreno e alla immediata rimozione di rifiuti, covoni, cereali, erbe, ramaglie, foglie secche o altro materiale combustibile che possa essere fonte, anche accidentale, di innesco di incendi, mantenendo per tutto il periodo estivo tali condizioni.
Tutte le aziende e gli stabilimenti industriali, oltre il normale diserbo interno previsto per legge, dovranno mantenere sgombre e prive di vegetazione le aree esterne di stabilimento, canali, alvei, e corsi d’acqua, comprese le zone ove esistessero piezometri, sistemi di recupero ambientali e d’interconnessione tra gli stabilimenti.
I concessionari di impianti esterni di gas di petrolio liquefatto in serbatoi fissi, per uso domestico, hanno l’obbligo di mantenere sempre sgombra e priva di vegetazione l’area circostante al serbatoio per un raggio non inferiore a m 200,00.
I gestori di aziende per lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti, siano esse pubbliche o private, dovranno scrupolosamente attenersi ai contenuti dell’art. 13 del D.Lgs no36 del 13 Gennaio 2003, per quanto attiene alla prevenzione incendi e i programmi di controllo e sorveglianza delle aree aziendali includendo ciò nei piani di gestione.
Analogamente i responsabili di strutture produttive artigianali e commerciali dovranno provvedere alla rimozione di ogni elemento o condizione che possa rappresentare un potenziale pericolo di incendio.
Per tali superiori scopi, sarebbe buona prassi la realizzazione di fasce parafuoco lungo l’intero perimetro aziendale, mediante aratura, per un’estensione di almeno m IO per le normali attività produttive in aree urbanizzate, e di m 20,00 per le attività di campeggio, villaggi turistici, agriturismi, alberghi e strutture ricettive. Queste ultime strutture potrebbero dotarsi di un idoneo impianto antincendio alimentato da adeguata cisterna e dovranno verificare le condizioni di sicurezza delle vie di fuga.
In caso di avvistamento di incendio, sia a margine della strada che all’interno di un’area vegetazionale, occorre avvisare tempestivamente i Vigili del Fuoco al numero telefonico 115 oppure il Corpo Forestale regionale al numero 1515 0 ancora il numero 1 12 dove già operativo, fornendo tutte le indicazioni per consentire l’individuazione del luogo.
Inoltre, il DRPC Sicilia ha predisposto l’APP “Anch’io segnalo”, disponibile su dispositivi iOS e Android, che consente ai cittadini di segnalare situazioni di pericolo da qualsiasi luogo facente parte del territorio della Regione Sicilia, isole minori incluse, direttamente alla Sala Operativa della Protezione Civile (numero verde 800 40 40 40). Per poter inviare le segnalazioni è necessario semplicemente registrarsi tramite una veloce procedura direttamente sull’APP, disponibile, per il download, su Appstore e Google Play.
Ad incendio in atto gli operatori dovranno immediatamente indicare la direzione del fuoco alle Sale operative affinché queste possano comunicarlo al Sindaco che, consultando il Piano di protezione civile per il rischio incendi, determinerà gli elementi a rischio presenti nella zona e avviserà gli esposti affinché gli stessi possano procedere ad avviare misure preventive per la riduzione del rischio.
Nel caso in cui sia coinvolta la viabilità saranno informati la polizia locale, la polizia provinciale, l’ANAS e il CAS, RFI che, se del caso, provvederanno a istituire cancelli per impedire l’accesso ai luoghi interessati dall’evento in corso a controllare eventuali persone e veicoli in transito al suo interno e a valutare, tutte le azioni utili a non ingenerare lunghe code automobilistiche all’interno dell’autostrada e ai caselli..
La competenza per lo spegnimento degli incendi boschivi e di vegetazione è del CFRS, mentre per gli incendi che si sviluppano in ambito urbano e di interfaccia è del Corpo Nazionale dei VV.F., fermo restando le reciproche azioni collaborative in caso di bisogno.
In considerazione di quanto sopra i Comuni non hanno specifiche competenze in tali ambiti di azione e il volontariato può intervenire, nella delicata attività di contrasto degli incendi di interfaccia, quasi esclusivamente a supporto delle strutture operative nazionali e regionali preposte allo spegnimento (Corpo Nazionale VV.F. e Corpo Forestale Regionale) e l’intervento dei volontari non potrà essere, in alcun caso, un intervento sostitutivo delle predette strutture operative.
Si evidenzia altresì l’importanza di un agevole scambio di informazioni fra Sale operative o la tempestiva comunicazione di eventi in corso quale azione di fondamentale efficacia per il contenimento dell’estensione delle superfici percorse dal fuoco.
Qualora occorresse intervento aereo, attraverso le Sale operative si provvederà ad avvisare oltre alle componenti suddette per eventuali interferenze con la viabilità, anche Terna ed ENEL, oltre la Capitaneria di Porto affinché possa verificare che gli spazi di appresamento a mare prossimi alla battigia siano sgombri da bagnanti e/o natanti.
Qualora vi sia un principio di incendio, è opportuno cercare di spegnerlo con un estintore, una coperta o con dell’acqua, ma solo se si è certi di avere una via di fuga lungo una strada o un corso d’acqua. Proteggere bocca e naso con un panno umido e in ogni caso, mettendosi con le spalle al vento, battere con una frasca o un ramo verde la piccola zona incendiata fino a soffocare il fuoco.
Se si rischia di essere raggiunti dal fuoco, cercare di aggirarlo lungo i fianchi, dove l’intensità delle fiamme è minore, per passare nella zona già bruciata e, mettendosi in sicurezza, sopravvento, attendere i soccorsi.
Non abbandonare l’abitazione, o un ricovero in muratura, sigillando porte e finestre con nastro adesivo e panni bagnati, e segnalare la propria presenza.
In caso di evacuazione occorre essere certi che la via di fuga sia praticabile; non sostare lungo le strade in prossimità dell’incendio in quanto si rischia di intralciare le squadre di intervento; non attraversare strade invase dal fumo e dalle fiamme.
Indicare alle squadre antincendio le strade o i sentieri che si conoscono e mettere a disposizione le proprie riserve d’acqua.
Allontanarsi da edifici o auto in fiamme, per il rischio di crolli o esplosioni.
Si auspica, infine, che tutte le forze in campo possano dialogare tra loro mediante sistemi aperti affinché possano essere condivise in tempo reale tutte le informazioni utili per affrontare un incendio: risorse disponibili e loro allocazione, forze in campo, necessità, anche inviando fotografie e filmati che possano consentire una proficua collaborazione per agevolare la definizione di una strategia di contenimento dei danni e un’utile informazione ai soggetti esposti.
In tal senso il DRPC Sicilia opera già sulla piattaforma informatica denominata GECoS, resa disponibile a tutte le componenti del sistema, con la quale, implementata con i dati in possesso di ciascuna componente, sarà possibile raggiungere l’obiettivo dell’ottimizzazione delle risorse e un miglior coordinamento delle strutture operative.
Per tutto quanto sopra i destinatari della presente nota, relazioneranno tempestivamente sulle attività programmate e/o intraprese, inviando la documentazione all’indirizzo mail […].