Di Daniela Giuffrida
Da perla del Mediterraneo a capitale europea delle rinnovabili, Salina diventa in questi giorni protagonista del “Green Salina Energy Days” un evento che dal 28 al 30 giugno 2019 vedrà lo svolgersi di seminari, manifestazioni espositive e una serie di incontri sul tema delle energie rinnovabili.
Si tratta di un evento voluto e organizzato dall’ENEA, ma alla realizzazione del quale hanno contribuito anche gli Enti Locali, le Amministrazioni regionali, la comunità scientifica siciliana, i professionisti e tante aziende private. Il progetto dal quale questo evento prende spunto è il ” Clean energy for EU Islands”, che vede 5 isole “minori”, designate dalla Comunità Europea, divenire protagoniste e “modello” di una possibile transizione energetica. Una sorta di esperimento che il prossimo anno vedrà coinvolte altre isole siciliane come Favignana e Pantelleria.
La scelta di Salina come capitale europea delle rinnovabili è legata all’attenzione che i suoi abitanti hanno sempre mostrato per i temi ambientali. L’isola, che dal 1983 è una riserva naturale orientata, da sempre cerca di rendere il più possibile eco sostenibile la vivibilità del suo territorio anche progettando il passaggio dal trasporto pubblico a quello elettrico.
A Salina come in tutte le isole minori gli abitanti devono necessariamente contare sulle risorse presenti sul territorio, visto che per tutto ciò che non viene prodotto in loco è necessario utilizzare i collegamenti con la terraferma che a volte, però, restano bloccati per giorni. Quindi si impone la necessità di una piena autosufficienza dell’isola a partire dalla produzione di elettricità dalla quale dipende quasi tutto, compresa la distribuzione dell’acqua per uso domestico.
Ma come ottenere una risposta al fabbisogno energetico in modo da rientrare entro i limiti stabiliti e richiestI dal quadro all’orizzonte 2030?
Secondo studi compiuti dall’Enea, il fabbisogno energetico di un’isola come Salina è quello di 8 GWh a produrre i quali basterebbero poche pale eoliche ma, per quanto possa sembrare strano, pare che sull’isola non vi sia grande disponibilità di vento e comunque piuttosto che accumulare grandi quantità di energia è preferibile produrre solo quella necessaria. Non si può pensare al fotovoltaico centralizzato, cioè distribuito da un’ unica centrale, perché per produrre l’energia elettrica necessaria alla vita dell’Isola bisognerebbe occupare fino a 70mila metri quadrati di superficie, cosa impensabile su un isola “minore”. Quindi, la soluzione che meglio si adatta alle realtà di questi territori è quella del fotovoltaico “distribuito”, che vede piccoli impianti collocati sui tetti degli edifici pubblici e delle case.
Quello della produzione elettrica, dunque è un problema da risolvere ed è comune a tantissime isole europee. Attualmente, in quelle non interconnesse il servizio elettrico è, nei fatti, gestito con due diverse modalità: su alcune isole operano le Imprese Elettriche Minori, verticalmente integrate, mentre nelle rimanenti, operano soggetti distinti per le attività di distribuzione. In Italia sono stati stanziati fondi per l’ammodernamento delle reti, ed è stato previsto un graduale passaggio alle fonti rinnovabili anche in collaborazione con soggetti privati.
Anche l’UE si sta muovendo per agevolare le isole non interconnesse, permettendo a quanti vogliono, il passaggio alle rinnovabili: ovviamente è necessario che le isole in questione possano dimostrare l’esistenza di seri problemi per la gestione dei piccoli sistemi isolati.
L’obiettivo della Comunità Europea è quello di partire dalle isole minori per alimentare dei” cicli virtuosi” che possano incrementare il passaggio di quanti più utenti possibile alle rinnovabili e per questo ha “deliberato” una sorta di incentivo simile a quello che era previsto dai vecchi “Conti Energia”. Tale “incentivo” sarà di circa 20 cent di euro e verrà erogato per ogni kwh immesso nella rete isolana. La formula vincente è quella del gruppo di acquisto, una formula in cui più utenti acquistano “insieme” i loro impianti, limitando le spese per l’acquisto e permettendo, attraverso la riduzione delle materie prime, la riduzione dei rifiuti e la riduzione delle emissioni di CO2, il passaggio alla transizione energetica rinnovabile tanto a cuore all’Unione Europea e al nostro pianeta.
Si tratta dunque di una occasione imperdibile per gli isolani che possono godere dei benefici derivanti da questo quadro normativo per la realizzazione dei loro impianti e possono farlo in tempi molto brevi visto che esistono già, sul territorio regionale, delle realtà aziendali in piena attività anche nel campo dei “gruppi di acquisto”.