Di Daniela Giuffrida
Parlare di Renato Accorinti, accennare ai suoi trascorsi di pacifista o alle sue lotte in favore degli ultimi, per i diritti umani e per un mondo migliore, mi sembra banale −chi vuole può trovare sul Web tutti i contenuti che desidera− del resto, il suo pensiero parla per lui.
Io ho conosciuto personalmente l’ex sindaco di Messina, ho parlato con lui e ho scritto di lui tante volte ma leggerlo mi rende impossibile, ogni volta, non condividere il suo pensiero. Questo è accaduto anche in questi giorni, a proposito della “cooperante” Silvia Romano.
Tanti − troppi − i giudici che hanno trovato decine di motivazioni per condannare la Romano: dalle cifre che, “si pensa”, siano state pagate come riscatto, alla inutilità della sua missione in Kenya (poteva fare volontariato a casa sua!), passando per i “capricci” di una ragazzetta in preda a bollori esotici. Per chi è stata ragazza “stramba” come lei ed oggi è madre di una giovane poco più grande di lei, tutte quelle illazioni gratuite davvero non meritano alcuna attenzione. Accorinti va oltre le “infamie” e le cattiverie scagliate contro la giovane e vede nell’intolleranza religiosa la vera motivazione di tanto dichiarato “odio”.
Personalmente penso anch’io che, in nome della “religione”, troppi orrori siano stati e siano compiuti ogni giorno. Mi sconvolge pensare a come noi, civili occidentali, guardiamo con orrore a ciò che in tanti paesi viene compiuto in nome di regole religiose lontane dalle nostre, quando noi siamo i primi a non tollerare la semplice conversione di una giovane che ha il diritto sacrosanto di decidere per se stessa quale credo abbracciare (diritto peraltro sancito anche dalla nostra Costituzione)e non ci passa per mente di chiederci cosa sia successo, alla stessa, in quei 18 mesi, ma tant’è!
Da Renato Accorinti
“La notizia della Liberazione di Silvia Romano è stata accolta con immensa emozione. Ci siamo sentiti tutti liberati. Silvia comunica immediatamente con il sorriso e gli occhi, luminosi e pieni di gioia. La sua vita è testimonianza chiara di dedizione amorevole verso gli scartati del mondo, quelli dimenticati e privati dei diritti umani essenziali.
Ma è bastata vederla un solo istante con quell’abito religioso islamico per scatenare su di lei un gigantesco odio che ha ferito l’opinione pubblica, non solo Silvia.
Ritorna a galla, con prepotenza, l’intolleranza religiosa.
Ma come può accadere che la religione che è solo invito all’amore venga usata per perpetrare violenza?
È un errore devastante legittimare l’odio tramite il credo di una religione.
Le guerre in nome di Dio, del passato e del presente, sono degli impronunciabili ossimori e sono state, e sono ancora oggi, solo pericolose manipolazioni: dal “Gott mit uns” (Dio è con noi), frase impressa nelle fibbie delle uniformi naziste, al “terrorismo islamico”.
La guerra, come la pena di morte, è la più grande sconfitta dell’umanità.
I conflitti vanno aboliti dentro e fuori di noi.
Sono il più grande orrore della storia dell’uomo, l’errore che ostacola il cammino verso la pacifica sorellanza e fratellanza tra i popoli.”
* foto dal Web