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Immagine del redattoreDaniela Giuffrida

Storia di ordinaria burocrazia

Aggiornamento: 19 giu

di Daniela Giuffrida

(segnalazione di G. Pulvirenti)

Un piccolo siriano ha attraversato il Mediterraneo dentro il pancione della sua mamma ed ha aperto gli occhi al mondo nella sala parto dell’ospedale di Lentini (SR). La sua giovanissima mamma appena 15enne, R.S., è regolarmente sposata con il suo papà Ahmad, ed insieme hanno deciso di regalare a lui, il nome del nonno paterno, così come vuole la tradizione del suo paese, si chiamerà perciò Abd  Allattef.

Ma il direttore sanitario dell’ospedale di Lentini o chi per lui, decide di dare in affidamento la sua mamma minorenne e lui stesso, che essendo nato il giorno di San Lorenzo, viene chiamato Lorenzo Siriano, proprio come avviene nei casi di ritrovamento di bambini “abbandonati”. Ma non solo,  cerca e trova per loro una “casa famiglia” dove i due “minorenni” verranno ospitati in attesa dell’affido e poi dell’adozione. Ma “Lorenzo”, ovvero Abd, non è un bambino abbandonato e la sua mamma ha un marito e insieme a lui costituiscono una vera famiglia.

Ma andiamo per ordine.

Ahmad Allattef, con la moglie R.S., la mamma ed il fratello di lei, lasciano le coste dell’Egitto intorno al 28 del mese scorso e salgono su uno di quei barconi carichi di disperati in fuga dal proprio paese: la loro destinazione è l’Olanda dove dei parenti li attendono già da tempo. Tutto il gruppetto ha lavorato per settimane intere, 18 ore al giorno in una fabbrica, riposando solo 4 ore a notte, servono tanti soldi per pagare il “passaggio” agli scafisti e loro non guardano in faccia stanchezza o quant’altro, loro hanno deciso che il piccolo Abd nascerà in una terra libera.

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Dopo dieci lunghi giorni di navigazione, il barcone con la famigliola di Abd viene intercettato al largo delle coste siciliane da due navi della Frontex, tutti gli occupanti vengono “selezionati”, gli uomini su una nave che andrà a Messina, donne e bambini sull’altra diretta ad Augusta. La famigliola viene così separata. Ahmad ed il cognato vengono portati al porto di Messina, R.S. con la madre ed un’altra parente incinta anche lei, vengono portate invece al porto di Augusta. R.S., visto il parto ormai imminente, viene accompagnata dalle forze di Polizia e dalla madre, all’ospedale di Lentini (SR).

Ahmad riesce, grazie all’aiuto di Nawal Soufi, un’ attivista per i diritti umani che gli farà da interprete, a raggiungere la giovane moglie solo il giorno dopo il parto, ha con sé tutti i documenti perfettamente in regola: stato di famiglia, certificato di matrimonio, la mamma della ragazza ha firmato i documenti per il parto ed Ahmad registra il piccolo all’Anagrafe di Lentini con il nome di Abd Allattef.

Sennonché, i parenti del piccolo non si rendono conto che la burocrazia italiana ha seguito un iter tutto suo. Al momento della nascita del piccolo, l’ostetrica scrive giustamente “madre minorenne non identificabile” (per la legge italiana non si può trascrivere pubblicamente il nome della madre minorenne nei documenti pubblici) e qualcuno, tre giorni dopo, scrive su un comunicato fatto poi giungere in Procura che “la minore è giunta in ospedale non accompagnata da alcun parente” e, senza tenere in alcun conto la volontà dei genitori, viene confermata la nascita del piccolo Lorenzo Siriano di sesso FEMMINILE! Si mette così in moto la macchina della burocrazia per porre i due minori in affido.

Immaginiamo la sorpresa per il povero Ahmad nel sapere “avviate” le pratiche per l’affido della moglie e del figlioletto?

Trascorrono alcuni giorni e nella camera della minore “abbandonata” stazionano i parenti, che vengono ospitati e assistiti con tenerezza e mille attenzioni dal personale dell’ospedale, in attesa di chiarire tutta l’ingarbugliata faccenda.

In questo frattempo, però, malgrado la presenza nel reparto della madre della ragazza quindicenne, del fratello e del marito, la Direzione dell’Ospedale, non invia alcuna rettifica al Tribunale per i Minori di Catania, pare che manchi un interprete ed un mediatore culturale.

Grazie all’intervento della stessa attivista per i diritti umani che già si era prodigata per accompagnare Ahmad a Lentini ( Nawal Soufi ) e di un video reporter (Gaetano Pulvirenti) che ha documentato il tutto, del responsabile del servizio dello Stato Civile di Lentini e del magistrato Zingales del Tribunale per i minori di Catania, si è riusciti ad evitare l’affidamento per mamma e piccolo, ed oggi si può raccontare una storia a lieto fine.

Resta comunque l’amaro in bocca di non aver capito perché – ci dice Gaetano Pulvirenti – malgrado l’apparente disponibilità del Direttore e dell’Assistente sociale a collaborare per risolvere questa storia, questi abbiano continuato ad insistere per collocare il neonato e la mamma in una casa famiglia. Perché il Direttore sanitario ha continuato a chiedere al padre di non andare via e di restare in ospedale, altrimenti sarebbe stato denunciato? Perché il Direttore sanitario, pur essendo un “pubblico ufficiale”, non ha mai comunicato la presenza nella stanza della “madre minorenne non accompagnata” di persone estranee, se tali le considerava? Perché dopo aver raccontato che la stessa Polizia confermava “minore accompagnata dalla madre in ospedale a Lentini” durante il riconoscimento, l’assistente sociale, quella stessa sera chiede a Nawal Soufi di tradurre agli ospiti dell’ospedale, che non possono andare via perché hanno trovato una casa famiglia?

Comunque la famiglia Siriana è ormai in viaggio per l’Olanda, dopo aver presentato una denuncia querela ai carabinieri di Lentini che hanno raccolto elementi per verificare l’accaduto. Ahmad si è recato anche dai Carabinieri ed ha comunicato alla Polizia l’allontanamento volontario di tutta la famiglia. Ovviamente il Direttore ha sporto denuncia anche lui per “furto di minori” pur non avendo mai denunciato la presenza in stanza della minore di “persone sconosciute”.

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Una storia dal sapore confuso e italiano come solo le storie di questo paese sanno essere.

Mentre scriviamo, Umberto Zingales, Giudice presso il Tribunale per i Minori di Catania, ha annullato l’affidamento del piccolo bimbo chiamato dall’ospedale di Lentini “Siriano Lorenzo” e della ragazza siriana 15enne perché la partoriente era accompagnata fin dai primi giorni, dal marito, dalla mamma e dal cognato.

Sicchè da ieri, finalmente, il piccolo “Siriano Lorenzo” ha un padre, una madre, una nonna, uno zio ed è un bimbo libero, libero dalla burocrazia italiana, libero di chiamarsi con il nome scelto per lui dal padre e dalla madre.

Buona fortuna piccolo Abd Allattef.

Daniela Giuffrida per Team Giornalistico Valle Susa

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