di Daniela Giuffrida
per TGVallesusa
Leonardo Marras , l’ex Presidente della Provincia di Grosseto e attuale capogruppo del PD nella Giunta regionale toscana, ha permesso una legge in grado di realizzare le più ampie aspirazioni del mondo venatorio toscano e non sappiamo ancora quanto questa potrà “influenzare” le altre regioni italiane: la LEGGE REMASCHI.
Approvata dal consiglio regionale della Toscana agli inizi di febbraio 2016, con 24 voti a favore (Pd-Socialisti-Forza Italia-Fratelli d’Italia) 7 voti contrari (M5S-Sì Toscana a Sinistra) e 6 astensioni, la legge Remaschi ha dato di fatto il via libera all’abbattimento di ungulati come cinghiali e caprioli.
L’obiettivo sarebbe quello di riequilibrare l’eccessivo numero di animali sul territorio, dimezzando il numero degli ungulati presenti in Toscana: questi sembra superino i 500 mila esemplari fra cinghiali, cervi, caprioli e daini i quali pare creino grossi danni alle colture e pericoli nei centri abitati.
La legge “ammazza-cinghiali”, se da una parte tenta di risolvere il problema della sovrappopolazione di ungulati, di fatto dà il via libera ai cacciatori che potrebbero usare i loro fucili facendone uso indiscriminato e ovunque, cosa che sicuramente non andrebbe a vantaggio dell’incolumità della popolazione.
Nei giorni scorsi manifestazioni di protesta da parte di ambientalisti ma anche di singoli cittadini si sono svolte in Toscana. Anche il mondo della cultura e dello spettacolo si è mosso contro la legge Remaschi, considerata pericolosa e inutile, attraverso una petizione promossa dalla trasmissione radiofonica “Restiamo animali”.
Scrive BEPPE MICELI, noto animalista dal suo “gruppo” Fb che conta oltre ottomila iscritti “La legge Remaschi, oltre ad avvantaggiare i cacciatori che godrebbero della massima libertà d’azione nell’esercizio della loro attività, favorisce ed incentiva la commercializzazione di carni considerate pregiate. Ciò recherebbe vantaggio alla categoria dei ristoratori e dei macellatori, incrementandone il proprio mercato e la propensione al voto verso il PD. Mi preme sottolineare che lo stesso Remaschi (ovviamente PD), nativo di Altopascio, ha sponsorizzato e spinto alla realizzazione di un mattatoio per ungulati a San Miniato, un paese distante meno di venti km dalla sua città natale. Un mattatoio inaugurato prima della convalida della proposta di legge Remaschi, sebbene fosse ancora in forse. Questa cosa di per sè è molto sospetta, sia per l’assoluta certezza del buon esito, sia per i tempi d’intervento che per i territori interessati dall’investimento. Ma torniamo alla furbata di stampo massonico che hanno messo in piedi i cacciatori grossetani facendo convergere il proprio voto verso chi ha saputo
ascoltare e tramutare in legge le richieste di una fetta di popolazione sufficientemente rappresentativa a livello di singola provincia (Grosseto) ma non altrettanto a livello di Regione dove la stragrande maggioranza della popolazione è contraria alla caccia. Contraria non soltanto per motivi di differente locazione geografica ma anche di ordine etico, culturale, pratico e salutistico. Una liberalizzazione così totale della caccia agli ungulati esercitata con armi a canna rigata e proiettile unico, identiche alle tremende armi da guerra (vedetevi American Sniper), mette a rischio la popolazione che frequenta un territorio nel raggio di 3 km, mentre per i fucili a canna liscia questo pericolo, pur essendo minore, si estende comunque ad alcune centinaia di metri. L’esercizio della caccia agli ungulati impedisce la sicura frequentazione del territorio attraverso un rapporto sereno, confidente e familiare dell’ambiente naturale. Attività come la raccolta dei funghi, frutti di bosco, jogging, trekking, mountain bike, fotografia naturalistica, semplici passeggiate con la famiglia (in cui comprendo anche i cani), escursionismo attraverso le sempre più numerose aree degli Agriturismo, verrebbero impedite limitando la libertà di spostamento e d’azione del cittadino. […]
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