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Immagine del redattoreDaniela Giuffrida

CIAO CARLO


di Daniela Giuffrida

Scusami amico mio se parlando di te non userò troppo “passato” ma, solo qualche ora fa chiacchieravi con me di tutto e di niente, della tua sofferenza, della nostra ormai prossima “mangiata di pesce” e la tua voce, il tuo “vieni a farti due giorni di ferie da me”, risuona ancora dentro le mie orecchie.

Mi hanno chiesto di scrivere di te. Ma come si fa a scrivere di un grande amico col quale si sono condivise idee, lotte, fatiche e desideri? Cosa si può dire di un grande amico andato via troppo giovane, troppo in fretta?


Ricordo il nostro primo incontro: la mia bandiera siciliana e la tua bandiera No Muos che prendono a sventolare leggere e vicine, nel cielo sereno di una primavera niscemese ancora troppo lunga da vivere e da combattere.


Quel giorno i miei sogni di libertà e di giustizia vera si son fusi con il tuo bisogno di indipendenza e di verità giusta e sono diventati tutt’uno.


Da quel giorno le nostre chiacchierate nate come “confronto”, son sempre diventate discussioni accese, esplose ogni volta nel tuo consueto: “va bene, o facemuni stù cafè, va’ !”


Poi il silenzio. Perché tu sei fatto così: ti salta la mosca al naso e mandi tutti al diavolo; perché io sono fatta così: mi mandi al diavolo ed io ci vado, incapace di capire i tuoi scatti di rabbia, sparisco.


Ma il tempo passa e arriva il tuo improvviso e inaspettato “ciao come stai?”. Il mio amico è tornato, fiero, orgoglioso… malato, ma è tornato.


Ritrovarti è stato strano, accarezzare le tue mani smagrite, ritrovare sul tuo viso il sorriso di sempre mi ha riempita di gioia: le smorfie di dolore – mio e tuo – appena accennate, spariscono sotto il sorriso di ricordi che tornano lieti e imperiosi.


Si, dovrei scrivere di te, dire della tua lotta contro il “Muostro” di Niscemi, di come fosti fra i promotori di un “processo” in cui furono posti sotto accusa tutti coloro che contribuirono alla costruzione delle tre parabole. Dovrei scrivere di come il Movimento No Muos Sicilia ti ringrazi per tutto ciò che hai fatto, e per il lungo tratto di cammino condiviso con gli attivisti del movimento stesso. Dovrei scrivere tante cose ma oggi è il giorno delle lacrime e dell’arrivederci, del dolore incontenibile e della certezza che il tuo cuore ha trovato la sua pace, il suo riposo: il giorno in cui, per l’ultima volta, potrò sfiorare le dita di un amico. Ciao Karlessa, ti amo tanto.

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