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Immagine del redattoreDaniela Giuffrida

MESSINA – PONTE O NON PONTE – IL “FINTO” DILEMMA DI SEMPRE

Aggiornamento: 19 giu

Di Daniela Giuffrida

Era il 2016 quando Beppe Grillo definì il progetto del ponte sullo stretto di Messina: “il trionfo del nulla politico”, nel 2018 Giancarlo Cancelleri ebbe a contestare fermamente sul Blog del Movimento il progetto del ponte e, oggi, un altro europarlamentare pentastellato, Dino Giarrusso, dichiara ad AdnKronos che la posizione del Movimento sul ponte  è “unitaria e identitaria” così com’è stato  ribadito “mille volte in tutte le campagne elettorali e non si è mai discusso di cambiarla”.

Ora, lungi da chi scrive l’intenzione di mettere in dubbio la buona fede dei tre pentastellati  che certamente pensavano e pensano ciò che han detto e dicono, io però devo dire che la “coerenza” tanto ostentata oggi da Giarrusso mi fa alquanto sorridere visto che queste stesse dichiarazioni decise e categoriche i 5Stelle le hanno sempre sbandierate anche contro altre opere assurde quali il TAV, il TAP e il MUOS, posizioni rivedute e corrette negli anni, tant’è che i lavori relativi al TAV e al TAP non sono stati certamente bloccati e il MUOS, per la gioia dei Niscemesi, è bello e funzionante laddove non dovrebbe assolutamente trovarsi.

Riguardo al ponte sullo stretto, Grillo ha sempre avuto le idee chiare e così sembrava le avessero anche gli altri del Movimento, questo finchè il sottosegretario alle Infrastrutture Cancelleri non ha deciso di dirsi a favore dell’ennesima grande opera inutile che porterà via risorse non inesauribili al paese, risorse che potrebbero e dovrebbero essere usate per altre opere, meno plateali e certamente più utili di un ponte come quello sullo stretto (vogliamo parlare dei ponti che crollano in Italia? L’ultimo questa mattina a La Spezia!).

Un ponte di tre Km che porterebbe in Sicilia una “alta velocità” che prima dovrebbe trovare un binario utile a raggiungere Villa San Giovanni e poi, forse, potrebbe attraversare lo stretto ma per fermarsi inesorabilmente a Messina, viste le condizioni in cui versa la rete ferroviaria dell’isola, fra linee obsolete e spesso nemmeno esistenti!

E allora? Sorridiamo insieme e diamo all’ “uscita” di Cancelleri il peso che merita? Oppure ascoltiamo la reazione di uno dei fondatori del Movimento “No Ponte”, inutile dire che sto parlando di Renato Accorinti, ex primo cittadino di Messina, intervistato ieri sera su Radio Rai 1 Zapping. Quindici minuti di fuoco che mi piace riportare integralmente per chi si fosse “perso” il suo intervento.

Alla domanda del conduttore se sia sorpreso che si torni a parlare di ponte sullo stretto, Accorinti risponde:

“Non mi sorprende perché, hai detto bene che se ne parla da 100 anni, ma negli ultimi 25/30 anni ritorna sempre come un tormentone, così come tornano anche quelli che fanno campagna elettorale di basso livello, perché parlare alla pancia delle persone con cose eclatanti, fa colpo! La politica di oggi purtroppo (non tutte le persone ovviamente!) è fatta da gente che la fa a livello emozionale e gli effetti speciali funzionano per prendere voti. Quindi non mi meraviglia, me lo aspettavo, certo non me lo aspettavo dai 5 Stelle, ma non è che il  Movimento”5Stelle” abbia deciso.

Il conduttore fa notare che la questione ponte è comunque “sul tavolo” e che il sottosegretario Cancelleri ha detto che si aspetta che, fra dieci anni, il ponte ci sarà.

Ecco – risponde Accorinti – mi meraviglio di Cancelleri, perchè conosco Giancarlo. Io sono fuori da ogni partito e anche dal 5Stelle, da battitore libero ho sempre fatto attività politica, devo dire che i 5 stelle siciliani mi hanno chiamato nel lontano 2003/2004 quando ancora il Movimento era alle prime battute, non era ancora ben definito e vi erano piccole organizzazioni sparse per la Sicilia. Mi ricordo che mi hanno chiamato al centro della Sicilia(c’era anche Giancarlo Cancelleri) perché sapevano della mia battaglia contro il ponte, sulla mia informazione e sulle mie motivazioni.

Quando sono andato erano tutti entusiasti compreso Giancarlo e mi meraviglia davvero tantissimo questa cosa, perché lui sa benissimo che anche Beppe Grillo è contro il Ponte. Io ho  incontrato Beppe nel 2004 quando è venuto a Messina per fare due spettacoli e anche allora il Movimento era all’inizio, mi ricordo che ho parlato con lui per due giorni e lui era (e credo lo sia ancora) contro il ponte. In quegli anni io  ho fatto tre calendari contro il ponte con immagini suggestive dello stretto e  in quello del 2006  Beppe Grillo appose la sua firma.

“Si ma poi Grillo non la volle sostenere come sindaco di Messina, anche questo dobbiamo ricordarci”, fa notare il conduttore.

“No, dobbiamo ricordarci che fino ad un anno fa era vietato da parte del Movimento fare accordi con liste civiche e perciò nelle campagne del 2013 e del 2018 loro (per via del regolamento interno)non poterono unirsi con movimenti civici.”

Il conduttore a questo punto domanda al suo interlocutore se ritiene che, nonostante il passare del tempo, il ponte resterà sempre una cosa sbagliata o se invece nuove tecnologie, nuove idee, potrebbero modificare il giudizio che oggi si ha su quest’opera.

“Allora, guarda riprende Accorinti – non rilascio interviste da tre anni, ho accettato di partecipare a questa perché l’argomento è davvero molto importante sia a livello nazionale che a livello locale: voglio dirvi con molta serenità che non c’è dietro niente di ideologico: uno non è contro i ponti, i ponti servono! Non vogliamo questo ponte perché è inutile, è dannoso, è  costosissimo e poi c’è in gioco il buon senso!

Davvero è un offesa all’intelligenza di tutti! Abbiamo idea di cosa c’è al Sud? Il Recovery Fund, i 250 miliardi non basterebbero tutti al Sud, non basterebbero a rendere giustizia e fare le cose che servono realmente. I doppi binari da Salerno in giù sono rarità, la Puglia, la Calabria, la Sicilia: in Sicilia il 30% non è elettrificato”.

Il conduttore della trasmissione fa notare che in questi anni non si è fatto il ponte ma nemmeno i doppi binari, quindi risparmiare i soldi del ponte non è servito a niente visto che niente si è fatto.

A questo punto Accorinti invita i conduttori a fare un viaggio al sud: “così vi renderete conto di quale sia oggi la situazione al Sud. Vi dico che non basterebbero i 250 miliardi per mettere tutto a norma. Mancano le cose fondamentali: le linee ferroviarie sono totalmente da fare, i doppi binari, anche loro, che devo dirvi, porti, strade, autostrade, aeroporti, mettere in sicurezza il territorio…”

“Ma se ho capito bene i soldi per il ponte sarebbero fuori il Recovery Plan”, interrompe il conduttore,   quindi, a suo avviso, quei finanziamenti potrebbero servire a risolvere tutti i problemi di cui parla Accorinti e il ponte farsi lo stesso.

“Ma tu cosa faresti nella tua famiglia con priorità precise – sembra innervosirsi Accorinti ma forse è solo una sensazione della scrivente- quando non hai da mangiare, non hai di che vestire i tuoi figli e pensi di andare alle Seychelles, ma stiamo scherzando? E’ annebbiare la vista alle persone,  è dire che con tre km di ponte risolviamo i problemi dei trasporti al sud? E’ una cattedrale nel deserto vera questa!

I toni si accendono e quando il conduttore domanda: ” lei dice non sono ideologico, potrebbero cambiare le condizioni in un futuro x in cui queste cose che lei sta dicendo e che sono sicuramente vere potrebbero cambiare, magari il ponte lo si può fare con molte meno risorse di quante ne occorrono oggi e magari potrebbe diventare un qualcosa di plausibile.”

“Guarda – riprende Accorinti – velocemente ti dico che questa eventualità di cui parli è una situazione  immaginaria. In ogni caso se faccio solo un piccolo elenco di tutto quello che veramente serve al Sud non finiamo più: la messa in sicurezza del territorio: frana tutto il Sud (anche il resto d’Italia, sappiamo cos’è il dissesto idrogeologico!) ci siamo scordati subito di Giampilieri sono morte 40 persone e per non aver messo in sicurezza quel piccolo territorio. Ogni volta che non si fa prevenzione, lo sappiamo benissimo, il prezzo da pagare dopo è altissimo.

C’è da mettere in sicurezza tutto il territorio e se parliamo del sud ancora di più. A sud è la zona sismica più pericolosa di tutto il Mediterraneo ed è  giusto lo stretto, là dove vogliono fare questi pilastri per il ponte, pilastri che sono alti 400 m. Manca l’acqua! Manca l’acqua in Sicilia. Voi sapete che all’interno della Sicilia ci sono città come Agrigento che hanno l’acqua una volta la settimana e c’è una speculazione da quando Danilo Dolci negli anni 50 venne in Sicilia e fece battaglie e digiuni contro il monopolio dell’acqua in Sicilia e ancora siamo qui e sono le multinazionali (quella francese) che ha le mani sull’acqua in Sicilia.

Le cose che ci sono da fare sono talmente tante che parlare di quest’opera qua, di tre km è semplicemente una follia! Solo le speculazioni politiche possono fare questo!”

L’intervista si conclude con i ringraziamenti e i saluti del conduttore.

Notizia dell’ultima ora: sembra che Grillo abbia minacciato ferro e fuoco se il governo opterà per il ponte: ogni altro commento credo sia inutile.

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