Di Daniela Giuffrida
A pochi giorni dalla conclusione del Campeggio No Muos tenutosi presso il presidio permanente di C.da Ulmo a Niscemi, la reazione della Questura di Caltanissetta è arrivata puntuale sotto forma di “fogli di via”, fatti pervenire a due dei militanti No Muos presenti alla manifestazione.
Interrogarsi sui perchè del provvedimento restrittivo non è importante perchè, al di là delle motivazioni ufficiali, è per tutti evidente il significato più profondo dello stesso: reprimere la decisa “resistenza all’abuso” condotta sulle strade e nelle aule di tribunali ormai da anni da Comitati, Associazioni e da singoli cittadini. Un “abuso” mille volte comprovato da studiosi, esperti, legali e sentenze del Tar: una soverchieria imposta dagli Stati Uniti, attraverso l’italianissimo Ministero della Difesa.
Pur essendo, dunque, palesi i motivi che hanno provocato i due provvedimenti, il Movimento No Muos ha voluto lanciare una nota in cui racconta i fatti avvenuti e trae le proprie conclusioni. A noi non resta che rilanciare il Comunicato Stampa, così come è stato reso noto dallo stesso Movimento.
“Sono passati dodici giorni dalla fine del campeggio resistente No MUOS. Sono trascorsi dodici giorni non del tutto tranquilli: proprio in questi giorni la Questura di Catania ha fatto pervenire a due militanti del Movimento No MUOS, due fogli di via da Niscemi, notificati direttamente dalla Questura di Caltanissetta. Ai due militanti, dunque, viene impedito di accedere a Niscemi. Stiamo attendendo la durata di questo divieto. È la terza volta, però, che accade negli ultimi anni. Era capitato già a Simone, che sopporta questo divieto da un anno a mezzo e lo dovrà sopportare per altrettanto. Ma anche in passato questa misura è stata applicata a tantissimi militanti del Movimento.
Perché adesso, e per quali motivi? Proviamo a darci tre spiegazioni.
Sicuramente c’è un motivo che riguarda fatti specifici e recenti. La seconda sera del campeggio, come ogni anno, decine e decine di militanti No MUOS hanno attraversato la Contrada Ulmo giungendo fino al cancello 1. La passeggiata è avvenuta in un contesto surreale: diversi agenti digos, diverse squadre celere, poliziotti in borghese, finanza, carabinieri, polizia scientifica piazzata in mezzo alle boscaglie, elicottero che illuminava continuamente il nostro percorso. Insomma una situazione esagerata che dimostrava come la Questura di Caltanissetta avesse predisposto un dispositivo di sicurezza tale da impedire qualsiasi tipo di azione simbolica e di disturbo contro la base militare e gli Yankee, per rivendicare magari con orgoglio la perfetta riuscita e l’egregio controllo della situazione e della pubblica sicurezza. Chiaramente è stato sufficiente mettere in campo poche forze e una buona intelligenza per far saltare questo dispositivo di sicurezza e frammentare l’orgoglio delle guardie. Nella strada del ritorno più volte sono stati accesi dei fuochi, sia per rivendicare la nostra passeggiata notturna, che più volte era stata messa a repentaglio attraverso minacce e ricatti della Questura che sosteneva fosse un corteo non autorizzato (mentre noi la abbiamo sempre letta come una passeggiata notturna nei pressi di un territorio sottratto a noi cittadini con la forza e la presunzione), sia per attaccare direttamente la base. È proprio in questo contesto che durante un lancio di fuochi, le sterpaglie dentro la base hanno iniziato a prendere fuoco. Sarà stato questo il motivo? Certo è che se fosse questo, non otterranno il risultato sperato: i fogli di via li prendiamo e li bruciamo, dopodiché continueremo esattamente nella stessa maniera di sempre.
D’altro canto la Questura di Caltanissetta è possibile stia sviluppando e mettendo in atto un piano strategico repressivo ben preciso. Non è difficile sostenere questo: il Movimento No MUOS, ad un certo punto della sua storia, ha subito una discesa per via della forte repressione, della complessità della lotta e della forte emigrazione, per poi ricevere, subito dopo, una forte spinta di senso opposto, dunque rigeneratrice in un certo senso, prodotta da una nuova ondata di militanti che, insieme a tanti altri militanti storici della lotta, sono riusciti a ridare energia alle attività del Movimento No MUOS. È possibile che si stia provando a tranciare le gambe a questo Movimento prima che riesca a crescere e a stabilizzarsi del tutto, ma è una visione, eventualmente, della Questura fuori da ogni possibilità storica: il processo di aggregazione, ridefinizione, rilancio, riorganizzazione del movimento e della lotta, si è ormai stabilizzato. Non si tratta più di educare un bambino a comportarsi meglio, ma di uccidere una creatura già adulta e consapevole.
Per ultimo, ma non di meno importanza, è che questa azione repressiva contribuisca a definire un quadro repressivo nazionale preciso per cui vengono colpiti i No TAV tanto quanto i No MUOS, tanto quanto tutte e tutti coloro, ogni giorno, provano a costruire un mondo migliore, certamente diverso da quello in cui ci troviamo attualmente. D’altronde abbiamo visto tutte e tutti la tendenza di questo governo: tra un litigio e un altro, tra l’incoerenza e le bugie, la false promesse e gli infiniti proclami, Lega e CinqueStelle sono stati i promotori del Decreto Sicurezza bis che mette in pericolo la vita dei migranti e l’incolumità di lavoratori e lavoratrici, sfruttati e sfruttate, che lottano per difendere il proprio posto di lavoro, o per rivendicare i propri diritti, o contro la guerra imperialista e la devastazione ambientale. Ma il piano repressivo nazionale riscontrebbe delle difficoltà oggettive: nei territori, nelle lotte, nelle mobilitazioni, si respira ancora l’aria di determinazione che difficilmente la repressione può frenare né tantomeno fermare.
È possibile che questi fogli di via tocchino tutti e tre i motivi, anzi quasi sicuramente, ed è proprio questo il motivo per cui la nostra lotta, solidarietà e reazione si svilupperà su tutti i livelli e su scala nazionale, perché c’è una relazione che lega l’attacco al cantiere dei No TAV con l’incendio generato dentro la base militare da parte dei No MUOS; così come c’è una relazione che lega i lavoratori e le lavoratrici della logistica con i riders di tutta Italia; così come c’è una relazione tra i migranti che lottano tra la vita e la morte, e i poveri italiani costretti a dormire per strada: la forte relazione è quella che genera solidarietà di classe, rabbia, forza, coraggio. È la relazione che si sta costruendo nel profondo della nostra società con l’ambizione di costruire un’alternativa politica e sociale per le classi popolari di questo Paese.
CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA, LA MILITARIZZAZIONE DEI TERRITORI, LA DEVASTAZIONE AMBIENTALE E LO SFRUTTAMENTO, FINO ALLA VITTORIA! SIMONE, LORENZO, GIACOMO LIBERI DI CIRCOLARE!
NO MUOS SEMPRE!”