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Immagine del redattoreDaniela Giuffrida

Muos la sentenza del CGA rimette tutto in discussione

di Daniela Giuffrida per TGValle Susa


Redatte lo scorso 8 luglio 2015, con l’intervento dei magistrati: Marco Lipari (Presidente), Gabriele Carlotti (Consigliere, Estensore), Vincenzo Neri (Consigliere) e Giuseppe Mineo  (Consigliere), sono state depositate ieri, 3 Settembre,  le 59 pagine della tanto attesa sentenza con la quale,  il CGA (Consiglio Giustizia Amministrativa) avrebbe potuto decidere in maniera definitiva le sorti del Muos di Niscemi.                 

Il Consiglio, invece, si è espresso attraverso una “sentenza interlocutoria” (quindi non definitiva) che di fatto ha rimesso tutta la questione in discussione, stravolgendo quanto sostenuto fino ad oggi dal Tribunale Amministrativo Regionale siciliano, annullando  4 ricorsi e le due verificazioni già compiute dal prof Marcello D’Amore, Emerito della Sapienza di Roma, incaricato dal TAR Sicilia, ma le cui verificazioni pare non siano state completamente esaustive per il CGA.

I magistrati del CGA, infatti, non hanno trovato adeguate le risposte sull’incidenza che il Muos avrebbe sull’ambiente  e sul traffico aereo. A loro avviso, gli accertamenti tecnici e le verificazioni disposti in primo grado, non offrono una risposta conclusiva convincente e non soddisfano  “le opposte valutazioni diffusamente espresse dalle parti in lite”, sicché hanno  deciso  di disporre che venga designata una commissione di  5 tecnici, tre dei quali verranno nominati da tre Ministri dello Stato.

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Di fatto, il Consiglio, invalida tutti i problemi procedurali riscontrati in precedenza sulle autorizzazioni  e le rende “valide”, a tutti gli effetti  e dispone che venga verificato “se” esistono o meno quei vizi procedurali riscontrati in precedenza dal verificatore del TAR.

“Questa incertezza fattuale – afferma il CGA – può e deve essere risolta unicamente con la ripetizione di una verificazione che, sulla base di quanto emerso nel corso del complesso contenzioso e dei criteri ricavabili dalla presente sentenza, esamini gli specifici profili di rischio affiorati.”

La rilevanza degli interessi coinvolti (internazionali e militari, ma anche quelli che nascono dalla protezione di un ambiente tutelato a livello europeo e della salute della popolazione, ecc.) “impone – afferma il Consiglio – il “dovere di assegnare la verificazione, non solo alle più alte rappresentanze scientifiche del Paese, ma anche alle massime autorità amministrative che, nell’ambito dell’ordinamento generale della Repubblica Italiana, siano in grado di esprimere una valutazione conclusiva, sulla base della miglior scienza del momento.” Il Consiglio ritiene, in sostanza, che l’accertamento sulla eventuale pericolosità del Muos debba essere affidato, collegialmente, a due scienziati di chiara fama e a tre Ministri aventi investiture istituzionali nelle materie argomento della controversia.

I due componenti scientifici della Commissione saranno nominati, il primo dal Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.) e l’altro dal Presidente del Consiglio Universitario Nazionale (C.U.N.), mentre gli altri tre  verranno nominati dal Ministro pro tempore della Salute, dal Ministro pro tempore dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dal Ministro pro tempore delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ciascun Ministro, poi, potrà delegare lo svolgimento dell’incarico ad un esperto nominato appositamente e non necessariamente inserito  nei ruoli dei rispettivi Dicasteri. Alle operazioni di verificazione potranno partecipare tecnici di parte, nella misura di uno per ciascuna parte in lite, compresi gli intervenienti.  La verificazione si svolgerà in contraddittorio e dovrà accertare:

1) quale sia l’effettiva consistenza e quali siano gli effetti, anche sulla salute umana, delle emissioni elettromagnetiche generate dall’impianto Muos, quando funzionante, considerato sia isolatamente sia in cumulo con gli impianti di radiotrasmissione già esistenti e ricadenti all’interno del territorio siciliano potenzialmente suscettibile di essere investito dalle emissioni prodotte dal suddetto impianto;

2) se tali emissioni siano conformi, o no, alla normativa (sovranazionale, nazionale e regionale) in materia di tutela dalle esposizioni elettromagnetiche, di tutela ambientale delle aree SIC e di prevenzione antisismica;

3) se le emissioni elettromagnetiche dell’impianto Muos possano mettere in pericolo, tenendo conto anche della possibilità di un errore di puntamento delle antenne, la sicurezza del traffico aereo civile.”.

Una volta eseguita la verificazione, superato il vaglio della commissione dei periti di parte, questa sarà messa ai voti e dovrà essere approvata con il voto favorevole di almeno tre componenti; i dissenzienti dovranno redigere una propria relazione, nella quale dovranno dichiarare e motivare il loro dissenso.

Per compiere tutte queste operazioni è stato fissato il termine di trenta giorni, per la nomina dei cinque Verificatori e 60 giorni per redigere la relazione finale che verrà discussa il 16 dicembre p.v.

Dulcis in fundo: tutte le spese della verificazione e cioè vitto, alloggio, viaggi, copie, esami strumentali, ecc., dovranno essere anticipate dal Comune di Niscemi a prima richiesta dei verificatori, mentre gli stessi riceveranno il loro compenso finale dal Consiglio di Stato.

Dimenticavamo, altra disposizione contenuta nella sentenza, stabilisce che: “tenuto conto dello “spirito di collaborazione reciproca e ai sensi degli accordi internazionali”  che legano il Dicastero appellante e l’omologa amministrazione statunitense si dovrà assicurare che i verificatori siano posti nelle condizioni migliori per poter compiere gli accertamenti disposti da questo Consiglio”…. e ci viene in mente un certo briefing durante un certo “media day” del 2013, quando ai 40 giornalisti presenti veniva raccontato che “l’omino ISPRA in camice bianco” stava rilevando i valori delle emissioni delle antenne perfettamente accese, mentre un certo scienziato di nome Massimo Coraddu, dimostrava contemporaneamente ai presenti alle SUE rilevazioni che le antenne erano perfettamente spente.


Come finirà questa storia?

“La questione è ancora aperta ed tutta da discutere – ci dice Massimo Zucchetti, ingegnere nucleare e docente Ordinario del Politecnico di Torino, che da anni segue da protagonista la questione MUOS – ed io non intendo assolutamente lasciare nulla di intentato. Faccio fatica a comprendere – al di là delle questioni giudiziarie e procedurali – la necessità di una nuova verificazione ma sono ben certo che questa ulteriore commissione non potrà che confermare quanto già verificato scientificamente dal prof D Amore. Spero che nelle nomine dei 5 esperti sarà tenuta in conto – oltre alla politica nazionale con i tre ministri o chi per loro – anche l’opinione dei siciliani.”

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