Di Augusta De Piero
In tempo di guerra un uomo in uniforme finisce per essere la figura anonima di uno schema: amico, nemico, unità operativa cui appartiene. Se sopravviva o muoia, se si trovi in una parte del fronte o in un’altra … le sue scelte non contano nulla: ordini spesso incomprensibili se non insensati si incrociano con la casualità. Nel 1917, al tempo di Caporetto, un poeta serbo, Miloš Crnjanski, annotava: “Sapevo che lontano, davanti a me, in modo folle e abietto, morivano i reggimenti bosniaci, scendendo verso la città di Udine“.
Il caso, il commediante Caso, come il poeta lo identificava, lo aveva portato in Friuli, ufficiale dell’esercito imperiale austro ungarico. Settantacinque anni dopo avrebbe ripercorso quella strada attraverso suoi scritti portati da un altro scrittore, Božidar Stanišić che, sfuggendo alla ferocia della crisi bosniaca, non si era privato, fra le tante perdite, di quella traccia della sua vita. Nell’impegno a riconoscersi nella nuova terra che il commediante Caso gli aveva offerto Stanišić ebbe a guida anche l’esile indizio del nome di un paese: San Vito al Tagliamento. Là Crnjanski aveva scritto la poesia “Racconto”, mentre si predisponeva a un necessario ritorno, se mai ritorno sarebbe stato possibile. Era il 1918.
Ricordo solo che era
vergine e snella
e che i suoi capelli erano
caldi come seta nera
sul petto nudo.
E che prima della sveglia
l’acacia bianca profumò in noi.
Io triste per caso ricordai,
perché amo serrare gli occhi e tacere.
Quando l’acacia l’anno venturo profumerà
chissà dove sarò.
Nel silenzio ho il presentimento
di non ricordare il suo nome… mai più.
Crnjanski aveva desiderato, forse amato, una donna snella, capelli neri e profumo d’acacia e l’aveva così rinchiusa nel ruolo di simbolo di vita in uno scenario di morte. Di lei non sappiamo nulla: il suo nome è negato anche al ricordo. Non sappiamo se la sua storia fosse nota o l’avesse nascosta per non lasciarla infangare nello schema della donna che ‘si dà’ al nemico. Nulla. Al poeta è stato offerto il dono della parola che consente alla memoria di farsi presente, di rinascere, a lei nemmeno questo, vittima dell’anonimato come tanti scomparsi in guerra. Così ha voluto per l’ignota “Lei”, il commediante Caso.
* Augusta de Piero per il mensile udinese “Ho un sogno” – novembre 2014
*Foto dal Web