Così come ricevuta dalla professoressa Claudia Urzì, responsabile provinciale USB Scuola Catania, pubblichiamo sua nota sulle indicazioni del Presidente incaricato Mario Draghi circa la necessità di prolungare l’anno scolastico in corso.
“La scuola pubblica statale – dice la sindacalista catanese – ha funzionato regolarmente “in presenza” dai nidi alla secondaria di primo grado. Alunni, docenti, personale ATA, dirigenti scolastici sono rimasti al loro posto di lavoro, con le sole eccezioni dovute a casi di contagio e a decisioni prese dal governo nazionale o locale. La scuola secondaria di secondo grado ha funzionato a distanza, garantendo anche la presenza agli alunni più fragili. Sono state svolte lezioni, sono state effettuate valutazioni, sono stati convocati organi collegiali in quantità sproporzionata, non è stato rispettato il diritto alla disconnessione, causando anche gravi conseguenze sulla salute delle lavoratrici e dei lavoratori”. “Adesso – continua la Urzì – non si è ancora formato il governo Draghi, ma è già partito l’attacco alle lavoratrici e ai lavoratori della scuola. Il prossimo Presidente del Consiglio ha dato la chiara indicazione di prolungare l’anno scolastico fino almeno alla fine di giugno per “recuperare quanto perso”. Come detto prima, la scuola pubblica statale non si è mai fermata. Docenti, personale ATA, dirigenti, studenti hanno messo ogni loro forza nel far funzionare un sistema che era chiaro non potesse funzionare e di cui USB Scuola ha dal primo momento denunciato i rischi. Ma la Ministra Azzolina è andata avanti”.
” Come scriviamo nel nostro comunicato nazionale – conclude Claudia Urzì – è necessario recuperare i nostri diritti di lavoratrici e lavoratori della scuola. Il diritto a non dovere lavorare in postazioni arrangiate alla buona, ad esempio sul tavolo della cucina, il diritto a non estendere l’orario di servizio alle 24 ore, il diritto a lavorare per vivere e non a vivere per lavorare, il diritto al riconoscimento sociale e contrattuale di professionalità alte, concrete, consapevoli.
Recuperiamo il diritto a scuole agibili e sicure, a classi composte da massimo 15 alunni, alla stabilizzazione immediata dei precari con 3 anni di servizio attraverso una procedura per titoli e servizi, all’abolizione di contratti usa-e-getta come quelli per l’organico covid (che non è ancora correttamente retribuito), alla formazione gratuita per gli insegnanti di sostegno, ad un sistema integrato scuola-sanità-trasporti che garantisca in emergenza covid (e oltre l’emergenza) la massima sicurezza dentro e fuori dalle scuole. Recuperiamo il diritto costituzionale allo Stato Sociale che mette al centro la Scuola e l’istruzione dei cittadini. USB Scuola chiede che i soldi del Recovery Fund vengano investiti in questo e non foraggino il processo di digitalizzazione selvaggia e i sistemi di istruzione a distanza i cui effetti sono solamente deleteri per il presente e il futuro dell’Italia”.