Da Carmelo Barbagallo per il Consiglio nazionale Usb Vigili del Fuoco: “serve un piano Marshall per sostituire gran parte delle infrastrutture in questo paese”. La vera grande opera di questo paese consiste nel metterlo in sicurezza.
Nel luglio 2014 è crollata una campata del viadotto Petrulla, sulla strada statale 626 tra Ravanusa e Licata (Agrigento), “spezzandosi a metà per effetto della crisi del sistema di precompressione”. Sempre nel 2014 quello accanto alla sede Rai a Saxa Rubra e il Ponte Lungo a Ceto rappresentano un chiaro segnale di mala salute delle nostre infrastrutture.
Nel 2015 crolla un cavalcavia sulla Palermo-Agrigento, inaugurato sei giorni prima.
Nell’ottobre 2016 è invece crollato un cavalcavia ad Annone (Lecco) per effetto di un carico eccezionale incompatibile con la resistenza della struttura, “che però è risultata molto invecchiata rispetto all’originaria capacità”. Ancora nel 2016, quello sulla superstrada di Annone Brianza.
Nel marzo 2017, poi, è crollato un sovrappasso dell’autostrada adriatica, “ma per effetto di un evento accidentale durante i lavori di manutenzione”. Un mese dopo è invece venuta giù una campata della tangenziale di Fossano (Cuneo), spezzandosi a metà in assenza di veicoli in transito e con modalità molto simili a quelle del viadotto Petrulla. Ed ancora nel 2017 quello di Fossano che piombò su un’auto dei carabinieri, salvi per miracolo.
Il crollo del ponte Morandi è quindi solo l’ultimo di una serie di eventi. Il cui crollo, tra l’altro, assesta un colpo durissimo a una città come quella della Lanterna già colpita negli ultimi anni da più eventi rovinosi e oggi spezzata in due, con danni gravissimi per tutta l’economia ligure.
La lunga lista dei ponti che necessitano di manutenzione é invece lunga e scorre il paese in lungo e in largo, isole di Sicilia – per distanze e infrastrutture la più difficile da raggiungere – e Sardegna comprese. Mentre Cittanova del Sannio al km 17, statale trignina, è un esempio fra tutti che necessità di attenzione.
In passato c’è chi ha ipotizzato un ponte sullo stretto di Messina – il rischio sismico è da non sottovalutare – ma forse sarebbe il caso di stare con i piedi per terra e guardare in faccia la realtà. Siamo il paese delle catastrofi annunciate dove la prevenzione e la ricerca rimangono un miraggio mentre la privatizzazione sembra sempre più una soluzione.
Usb è in attesa di una convocazione con i vertici del Ministero dell’interno per trattare il problema del soccorso tecnico e la sicurezza della ricostruzione. Bisogna riformare il sistema di protezione civile sostenendo una vera riforma del soccorso.”
+foto in evidenza: da “Mareamico” – Ponte Morandi ad Agrigento